Sparando alle quaglie avrebbe colpito l’amico con una raffica di pallini che lo avevano ferito seriamente. E non lo avrebbe portato subito in ospedale.
Per questo G.B., 60enne di Pieve di Soligo, è finito a processo con le accuse di lesioni colpose e omissione di soccorso. Reati che l’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Murgia, avrebbe commesso nel 2016, durante una battuta di caccia insieme agli amici a Novigrad, in Croazia.
Una giornata dedicata alla passione di sempre per il gruppetto di doppiette trevigiane, impegnate in una battuta di caccia alla quaglia.
Secondo quanto ricostruito dalla procura, il 60enne “per imperizia e negligenza” avrebbe sparato con il suo fucile semiautomatico Benelli. Un unico colpo che non aveva però centrato il bersaglio, e cioè una quaglia, ma colpito un amico 65enne di Conegliano che era stato raggiunto in varie parti del corpo.
E secondo quanto viene contestato all’uomo, il 60enne non avrebbe portato subito in ospedale l’amico ma lo avrebbe fatto solo al rientro in Italia.
Ieri in aula è emerso che la vittima non voleva farsi visitare in Croazia, ma anche che, una volta rientrati a casa l’imputato lo avrebbe convinto a non andare al pronto soccorso ma a farsi visitare in un centro medico privato nel quale lavorava suo figlio.
E dove, capita la gravità delle lesioni, lo avevano subito mandato in ospedale. Motivo per il quale, il 65enne, due mesi dopo l’incidente ha denunciato l’amico per omissione di soccorso: “Non volevano che andassi in ospedale per coprire l’incidente” ha detto ieri in aula.
I pallini che lo avevano raggiunto, hanno provocato al 65enne traumi addominali, facciali e agli arti.
L’uomo è stato sottoposto a vari interventi chirurgici per rimuovere i pallini, in particolare dal bulbo oculare. Per questo l’amico cacciatore è finito alla sbarra.
(Foto: web).
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Colpisce l’amico con una raffica di pallini durante una battuta di caccia. 60enne a processo per lesioni colpose e omissione di soccorso

