Pieve di Soligo, contratti conclusi fuori dai locali commerciali. L’avvocato Todeschini: “Non firmate mai”

Quali insidie si nascondono dietro i contratti conclusi fuori dai locali commerciali? Il Quotidiano del Piave ha cercato di approfondire questo tema confrontandosi con l’avvocato Nicola Todeschini, esperto di diritto dei consumatori.

Quante volte ci è capitato, magari dopo un’impegnativa giornata di lavoro, di essere fermati da qualche persona, per esempio in uno stand dentro una stazione dei treni, pronta a venderci o proporci una super offerta concernente libri, pentole, soffici coperte o altre occasioni imperdibili?

Stanchi e vulnerabili, colpiti dall’effetto sorpresa, molti di noi si sono fatti ammaliare e convincere a firmare un contratto che, in seguito, si sarebbe poi scoperto non essere assolutamente conveniente.

L’aspetto più complicato, poi, è quello della paura di non potersi più togliere di dosso i vincoli legati alla stipula del contratto, senza trascurare l’aspetto della vergogna per essersi fatti abbindolare dal furbo “incantatore di serpenti” del momento.

“Il problema è importante e significativo – ha dichiarato l’avvocato Todeschini – ed emerge spesso quando le persone, che si sentono gabbate e truffate, decidono di rivolgersi a noi avvocati in una misura molto limitata rispetto alla realtà. Quando queste società passano come delle carovane, facendo delle scorribande in provincia, si vedono dei numeri di denunce e di reazioni che, comunque, non sono superiori al 10 e al 20 % delle persone che, invece, dopo essere state prese in giro non hanno avuto poi il coraggio di reagire”.

Alle persone consiglio di non firmare mai – prosegue l’avvocato Todeschini – perché non esistono statistiche che possano dimostrare che questi contatti, che avvengono fuori dai locali commerciali, siano dei contatti proficui per chi firma. Mi sbilancerei dicendo che non sono mai utili ma non voglio eliminare la piccola percentuale possibile. Quando si cerca di sfruttare questa debolezza e questa disponibilità è chiaro che lo si fa perché non si è certi della qualità del proprio prodotto”.

“La regola fondamentale – conclude l’avvocato esperto in diritto dei consumatori -, mi permetto di ribadirlo, è quella di non firmare mai e, quando viene chiesta una firma, non credere mai che la stessa possa essere inefficace o ininfluente. Per esempio, spesso accade che ci venga detto: “Firmi qui perché al mio titolare potrò dimostrare di averla informata sui nostri servizi perché, se torno a casa senza un numero di firme sufficienti, poi le sento”. Sono queste le tecniche più utilizzate ma non esistono firme che non raccontino qualcosa e che non siano vincolanti. Del resto, se non lo fossero non verrebbero richieste”.

Per i contratti stipulati fuori dai locali commerciali del venditore, a partire dal 13 giugno 2014, il consumatore ha 14 giorni di tempo per recedere dall’acquisto, diritto esercitabile senza dover fornire alcuna motivazione e senza dover sostenere costi diversi da quelli previsti dalla legge (costi supplementari di consegna e/o costi di restituzione del bene).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e Video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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