Emergenza occupazionale e focus sulle categorie protette: l’appello del 30enne Fabio Collatuzzo

La vicenda del 30enne pievigino Fabio Collatuzzo (nella foto) descrive un fenomeno che riguarda tante persone che, come lui, per problemi di salute e per il fatto di appartenere alle categorie protette fanno fatica a trovare un’occupazione stabile.

L’emergenza Coronavirus, dopo una prima fase nella quale ci si è concentrati sull’aspetto sanitario, sta condizionando pesantemente anche l’ambito economico con migliaia di posti di lavoro a rischio anche nella Regione Veneto.

La situazione di Fabio e di tanti altri ragazzi come lui diventa ancora più difficile ed è normale che, in alcuni momenti, lo sconforto possa prendere il sopravvento.

In passato, Fabio Collatuzzo ha lavorato nei supermercati di Pieve di Soligo ed è stato affidato al Sil (Servizio di Integrazione Lavorativa) dell’Ulss della sua zona ma, a causa della sua asma cronica che lo fa rientrare tra le categorie protette, la sua esperienza con il mondo del lavoro è stata caratterizzata da tanto precariato e poche certezze.

Un ragazzo della sua età sogna quello che tutti i suoi coetanei riescono a realizzare senza pesare sui familiari e conducendo una vita dignitosa grazie a un lavoro che possa mettere il lavoratore nella condizione di mantenersi.

La sua è una situazione delicata perché non lavora da tanti anni e, per i suoi problemi di salute, non può essere impiegato nei mobilifici della sua zona e non può svolgere mansioni che potrebbero peggiorare i suoi attacchi d’asma.

Per questo, Fabio ha deciso di fare un appello alle aziende private della sua area territoriale che per legge hanno l’obbligo di assumere lavoratori appartenenti alle categorie protette.

Questa sua battaglia ha l’obiettivo anche di accendere i riflettori sulla condizione di tanti giovani e meno giovani che vivono una situazione simile alla sua, sensibilizzando l’opinione pubblica sul disagio occupazionale di molte persone che non sanno più dove sbattere la testa.

Il Comune di Pieve di Soligo, che conosce la vicenda di Fabio, non ha potuto proporgli dei lavori socialmente utili come lo sfalcio dell’erba o altre occupazioni simili, proprio perché Fabio ha problemi d’asma.

La questione occupazionale sarà una delle principali sfide che dovranno affrontare le amministrazioni pubbliche nei prossimi mesi con tante aziende, soprattutto nel campo della ristorazione e del turismo, che non hanno ancora aperto o che rischiano di chiudere per le perdite subite durante il lockdown e i pochi guadagni incapaci di coprire i buchi che si sono creati.

Inoltre, tante piccole imprese dovranno lasciare a casa i loro dipendenti, andando avanti spesso con il solo titolare e i suoi familiari, a causa delle limitazioni imposte per evitare la diffusione del virus (distanziamento sociale e divieto di assembramenti).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Fabio Collatuzzo).
#Qdpnews.it 

Total
0
Shares
Articoli correlati