Quando si dice la buona sorte: compiere cent’anni e non sentirli. La fortunata centenaria è Settima Soldan, che tutti conoscono però come “Zeta”.
Originaria di Refrontolo, la signora Soldan abita a Solighetto dal 1951, anno in cui ha sposato Davide Fontana, appartenente alla nota famiglia di artisti del legno.
Nonna Zeta è ancora molto attiva e intraprendente, soprattutto in cucina, dove le pentole brulicano sulla piastra della cucina economica fin dal primo mattino.
“L’abbiamo incontrata l’altro giorno, mentre era intenta a cucinare un coniglio “alla gévera”. Ma il suo piatto forte è lo spiedo di carni miste, che allestisce applicando i piccoli accorgimenti di un tempo, quelli che aveva imparato fin dall’adolescenza da suo padre Giacinto, che, ci racconta, a sette anni già la metteva a “girare la manovella” dello spiedo” racconta un conoscente.
Ci sono poi i dolci, a cominciare dai krapfen che confeziona tutto l’anno, non solo a carnevale. Immancabili sono poi i suoi appuntamenti con la tradizionale “pinzha del Panevin” e quella “del vendre sant”.
Zeta è ancora dotata di una fervida memoria. Chiacchierando con lei emergono con lucidità infiniti toccanti ricordi di un passato lontano e recente. Gli anni della fame e della miseria nel primo dopoguerra, quando i suoi erano fittavoli degli Spada. Il periodo tra le due guerre con una vita fatta di relazioni semplici ma autentiche e le esortazioni dell’onnipresente parroco don Carlo Ceschin, del quale riferisce delle qualità che avevano talvolta del prodigioso.
E non possono non affiorare gli anni tragici della guerra civile e della resistenza. La sua famiglia abitava a Refrontolo nella casa colonica di Cima Col da cui si domina tutto il Quartier del Piave. In quel tragico 1944 vi avevano trovato rifugio anche alcune famiglie di sfollati di Solighetto che da quella postazione avevano potuto scorgere con raccapriccio il fumo che saliva dalle loro abitazioni che bruciavano sotto l’incalzare della rappresaglia nazifascista del 31 agosto.
E ancora Zeta ci parla del periodo lontano da casa a “servir” nella famiglia di un graduato inglese a Trieste nei primi anni Cinquanta, quando la città si chiamava Territorio libero di Trieste e, fino al 26 ottobre 1954, era stata formalmente uno Stato indipendente controllato da inglesi e americani per conto dell’Onu.
Nonostante i suoi cent’anni, Zeta gode ancora di una salute invidiabile per quell’età, priva di acciacchi seri e invalidanti.
Oggi, giorno del suo compleanno, ha ricevuto la visita del sindaco Stefano Soldan, che le ha espresso le più vive felicitazioni a nome suo personale e della collettività pievigina, e del cappellano don Luca Soldan, a nome della comunità parrocchiale.
Zeta ha manifestato al sindaco la sua fierezza di essere anche lei una “Soldan” e di appartenere allo stesso ceppo genealogico. Pietro Soldan, infatti, nato a Refrontolo nel 1834, è il loro antenato in comune. Lo stesso vale per don Luca che appartiene ai Soldan dell’Opitergino discendenti però dal colmello di Refrontolo.
“Ho trovato la signora Settima in piena forma, circondata dall’affetto dei propri cari – ha commentato il sindaco di Pieve di Soligo – . È un esempio di come si possa arrivare al traguardo dei cento anni con grande lucidità e vitalità. L’augurio, da parte mia e dell’amministrazione comunale, è che possa diventare la decana della nostra comunità”.
(Foto: Comune di Pieve di Soligo).
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