L’evento inaugurale della manifestazione “Zanzotto 100. La poesia dalla A alla Z” ha convinto tutti grazie alla bravura dell’attrice Lucilla Giagnoni che ieri sera ha interpretato Dante in “A come Amore. Un viaggio nella poesia di Dante Alighieri” all’auditorium Battistella-Moccia di Pieve di Soligo.
Giagnoni, prima donna a dare voce e volto all’opera del sommo poeta interpretando tutti i 100 canti della Divina Commedia in un teatro senza spettatori durante il lockdown, ha fatto vibrare le corde dell’anima dei presenti con un’interpretazione molto coinvolgente di alcuni canti della Divina Commedia.
L’attrice, accompagnata sul palco dallo scrittore e drammaturgo Gian Luca Favetto, ha evidenziato quanto sia importante nutrirsi di poesia in questo tempo condizionato dall’emergenza Covid e si è soffermata sul concetto di desiderio e sulle stelle, che da sempre hanno il compito di indicare la rotta all’uomo.
“A come amore – ha affermato Giagnoni – Amore è la tensione che lega tutta l’opera di Dante. Che parola è amore? Non vuol dire niente, non sappiamo cosa vuol dire amore: dobbiamo farlo cascare in una realtà concreta. Allora amore è quella tensione vitale che lega i viventi, ma anche le pietre e il paesaggio, e che è un continuo darsi. È il darsi in una trasformazione”.
“La cantica dell’amore forse più forte è proprio il Purgatorio – conclude -, dove c’è questo darsi continuo con questa speranza, con questa voglia di trasformazione. Amore è questa apertura, A come amore: A è la lettera più aperta che abbiamo nel nostro vocabolario fonico. Quando noi emettiamo la A, improvvisamente nel nostro parlare e nel nostro dire qualcosa si apre, sia nel bene che nel male ma è un movimento di apertura”.
Presenti alla serata, oltre al sindaco Stefano Soldan, anche gli assessori Luisa Cigagna e Tobia Donadel, l’assessore alla cultura della Regione Veneto, Cristiano Corazzari, il consigliere regionale Alberto Villanova, Albino Cordiali per la Provincia di Treviso, Fabio Zanzotto e Giovanni Zanzotto, figli del poeta Andrea Zanzotto, Paolo Verri, presidente pro bono del Comitato promotore del centenario di Zanzotto, il presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Innocente Nardi, il maresciallo maggiore Alberto Bosco insieme a molti amministratori pubblici del territorio.
Il sindaco Stefano Soldan ha ricordato l’avventura della Capitale Italiana della Cultura, nella quale Pieve di Soligo ci ha messo l’anima immaginando un futuro diverso, mentre l’assessore regionale Corazzari ha detto che il patrimonio culturale del Veneto rappresenta una fortuna ma anche una sfida che il poeta Andrea Zanzotto aveva già colto con la sua opera, parlando del paesaggio che è il frutto dell’interazione dell’uomo con l’ambiente che lo circonda.
Il consigliere regionale Villanova, anticipando la possibile sfida futura per Pieve di Soligo rispetto alla novità della “Città veneta della cultura”, ha scelto di mettere al centro del suo discorso i Comuni della zona, invitandoli a considerarsi un unico territorio che ha molto da offrire anche dal punto di vista culturale.
“Questo centenario sarà l’occasione per dare rilievo a questo territorio – ha affermato Fabio Zanzotto – La cultura è davvero la nostra leva economica, di sviluppo e quindi lì dobbiamo andare. Stiamo lavorando anche a una bella sorpresa perché il nostro tempo è un tempo di innovazione tecnologica, di partecipazione e quindi ne vedremo ancora delle belle”.
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