Giornata mondiale del Libro: tra schermi e notifiche, la carta continua a parlare

Aprire un libro cartaceo è un gesto antico, quasi arcaico, che oggi — nella Giornata Mondiale del Libro — assume i contorni di un atto gentile ma ostinato di resistenza. In un tempo in cui tutto si smaterializza, in cui le cose non si posseggono più e le esperienze si consumano in fretta, leggere un libro è come sedersi a tavola con calma, mentre fuori tutti trangugiano pasti in piedi.

Intervista a Flavio Nardi (Libreria La Pieve – Pieve di Soligo)

Chi ama leggere lo sa: la carta ha una voce tutta sua. Non vibra, non si illumina, non si spegne. Non ti interrompe. La gratificazione istantanea garantita dal digitale ha trasformato attenzione e concentrazione in risorse sempre più scarse. E proprio in questo scenario iperconnesso, il libro cartaceo non solo resiste — rilancia. Non richiede aggiornamenti, non cambia interfaccia, non ti costringe ad accettare nuovi termini di servizio. È lì, fedele a sé stesso, e ti guarda con la stessa pazienza con cui un amico ti aspetta al bar, senza fretta.

Chi lavora tra gli scaffali lo sa bene. Flavio Nardi, titolare della storica libreria “La Pieve” di Pieve di Soligo, parla con convinzione del valore persistente del libro stampato: «Ancora notevolissimo, e questo è il motivo per cui crediamo in questo lavoro che facciamo da tanti anni» racconta.

«Il rapporto che le persone hanno con la carta, con l’oggetto che si possono portare ovunque, è fortissimo. Lo vediamo dai nostri clienti, che ce lo dicono espressamente».

Certo, la concorrenza non manca: il digitale incalza e l’e-commerce aggredisce. Eppure, il libro resiste, anche grazie a un curioso paradosso: «Tutti i personaggi famosi alla fine si rifugiano nel libro. Per quanto abbiano una popolarità immensa, sanno che il libro è un ulteriore veicolo, anche commerciale ed economico» osserva Nardi.

«Basta guardare la televisione: politici, volti noti, tutti pubblicano qualcosa. È un modo per consolidare la propria immagine, ma anche per restituire qualcosa al pubblico».

Queste riflessioni non vogliono essere l’eco di un luddismo fuori tempo massimo: la velocità con cui gli schermi veicolano ogni giorno migliaia di informazioni è un bene prezioso. Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’informazione, per sprigionare tutto il suo potenziale, ha bisogno di poggiare su una solida base di conoscenza.

E la funzione del libro è proprio questa: non solo trasmettere informazioni, ma costruire lentamente, con metodo e profondità, una consapevolezza. Leggere significa sedimentare, assaporare, perfezionare i pensieri. Un libro non ti insegue: ti accompagna. Non grida, ma sussurra. Non ti distrae, ma ti invita a restare.

«Secondo noi il mondo del libro è destinato a durare per sempre, non abbiamo dubbi su questo» aggiunge Nardi.

Le incertezze riguardano piuttosto il futuro delle librerie: «Se le librerie riusciranno a resistere non lo so, ma il libro sicuramente sì».

E poi ci sono i giovani lettori, protagonisti inattesi e speranzosi: «Il mondo dei giovani arriva in libreria con idee piuttosto chiare, soprattutto gli adolescenti. Frequentano molto i social, e fortunatamente lì si parla anche tanto di libri. Nelle ragazze, soprattutto, c’è uno scambio fortissimo — spesso sanno cosa è uscito quel giorno più di noi!».

Un esempio recente? «Proprio in questi giorni è primo in classifica “La catastrofica visita allo zoo” di Joël Dicker, autore svizzero noto per i suoi thriller. Stavolta ha scritto un libro divertente, scorrevole, adatto anche a un pubblico giovane».

Laddove viene continuamente chiesto di correre, leggere è scegliere di fermarsi. È un atto di cura verso sé stessi, un esercizio di libertà. Perché tra le sue pagine, che profumano di carta e inchiostro, non si trova solo una storia, ma anche — forse soprattutto — un tempo diverso. Un tempo nostro.

Le librerie, insieme alle biblioteche, restano i templi laici di questo modo di vivere la cultura. Non meri luoghi di deposito dei libri, bensì spazi in cui si custodisce un’idea di tempo: lento, contemplativo, necessario ad abbracciare l’esperienza conoscitiva nella sua totalità. Sono labirinti pieni di rivelazioni, e ci si entra non per sapere tutto, ma per trovare la domanda giusta. E magari uscirne con un libro preso un po’ a caso, quello che ti ha guardato dallo scaffale come se ti conoscesse da sempre.

(Autore: Francesco Bruni)
(Foto e video: Matteo De Noni)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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