“Sono l’artigliere da montagna più anziano d’Italia“. Sono le prime parole che Angelo Peressini ha pronunciato in questa giornata speciale, martedì 2 luglio, destinata a rimanere memorabile dal momento che compie ben 107 anni.
Una storia di longevità, la sua, che prosegue e che verrà festeggiata ufficialmente domenica a Rua di Feletto a partire dalle 10, con la sezione degli artiglieri di Pieve di Soligo, a partire dalla Santa Messa e con un brindisi finale nello spazio antistante la sede municipale.
Oggi sono stati tanti gli auguri ricevuti da nonno Angelo il quale, circondato dalla propria famiglia, ha ricevuto la visita dei vicini di casa nella sua abitazione di Rua di Feletto, oltre a quella del sindaco del Comune di San Pietro di Feletto Cristiano Botteon e del vicesindaco Giorgio Comuzzi.
“Da metterci la firma per arrivare a questa bella età – le parole del sindaco Botteon, il quale ha portato all’ultracentenario gli auguri da parte di tutta la comunità -. Ricordo quando faceva ancora le sue passeggiate e, una domenica sì e una no, veniva in campo sportivo, per le partite di calcio, dove condividevamo sempre il classico panìn col pastìn”.
Originario di San Daniele del Friuli, Angelo Peressini si trasferì a Rua di Feletto nel 1953, per svolgere un impiego per conto dell’Anonima Elettrica Trevigiana, poi assorbita dall’Enel. Lavoro che nella comunità gli valse il soprannome di “lucer”.
Proprio a Rua di Feletto formò la sua famiglia, assieme alla moglie Maria (con cui fu sposato per ben 63 anni), dalla quale ebbe due figlie.
Oggi Angelo Peressini ha ricordato tutti questi anni passati e il tempo presente che sta vivendo, in buona salute, con l’abitudine di fare le parole crociate e i “crucipuzzle” tutti i giorni (senza bisogno degli occhiali), di passeggiare avanti e indietro sulla propria ampia terrazza, dove non disdegna di trascorrere i pomeriggi intonando qualche canzone. Motivo per cui c’è chi dice che il suo sarebbe davvero un caso da studiare.
I ricordi di Angelo Peressini
Durante il brindisi per il suo compleanno, qualcuno gli ha augurato “100 di questi giorni”: “Cento di questi giorni? No no, si va avanti anno per anno. Intanto sono il più vecchio del paese e della provincia – ha commentato scherzosamente Angelo Peressini -. Siamo arrivati anche a quest’anno. Il mio segreto? Avere pazienza, perché la pazienza è la virtù e la fortuna dei forti”.
“Nella vita ci vuole pazienza (anche se, a volte, pure io l’ho persa) e io non ho fretta – ha raccontato – Il ricordo più bello? Sicuramente il giorno in cui mi sono sposato: avevo 36 anni”.
“Sono arrivato qui a Rua di Feletto nel 1953, quando ancora si usavano le candele e il petrolio: ricordo che c’erano tanti castagni e gli utenti erano pochi poi, man mano nel tempo, mi sono creato sempre di più il lavoro – ha proseguito -. Mi occupavo della lettura delle utenze e delle riparazioni nei Comuni di San Pietro di Feletto e Refrontolo: mi spostavo di giorno e di notte, anche in bicicletta. Ad ogni pioggia si guastava qualcosa”.
“Guadagnavo più in straordinari che di paga normale. Poi, nel 1976, sono andato in pensione – ha aggiunto -. Ricordo che non avevo il telefono, ma c’era una cabina qui dove vendevano frutta e verdura: la signora che ce l’aveva, ogni volta che chiamavano dalla società per cui lavoravo, veniva a cercarmi”.
Anche i ricordi più bui degli anni della guerra, a partire dal servizio militare nel 1938, durato senza sosta per 7 anni consecutivi, toccando anche le terre della Grecia e dell’Albania, hanno trovato posto nel racconto di nonno Angelo.
“Il ricordo più brutto? Ne ho diversi. Sul periodo della guerra avrei davvero tanto da raccontare, ci vorrebbero dei giorni – ha spiegato -. Sono tornato a casa a piedi e con mezzi di fortuna, eravamo in sette-otto: c’era una confusione enorme. Ricordo il momento in cui arrivai prima a Zara e poi a Fiume”.
“Oggi non faccio strapazzi: vado avanti col mio sistema, non mi sono mai agitato – ha continuato -. Io non mi rendo conto di essere arrivato a questa età: forse è stato un colpo di fortuna o è successo per via del mio carattere. Alle sera vado a letto alle 22.30-23, ma se gioca l’Italia la partita la guardo tutta. Sono per chi gioca meglio, non sono tifoso di una squadra in particolare, anche se qualcosina la sento per l’Udinese”.
Gli auguri ad Angelo Peressini
Durante i festeggiamenti il postino ha recapitato a casa Peressini un telegramma da parte del presidente della Regione Veneto Luca Zaia in cui, oltre a fare gli auguri all’ultracentenario, ha ricordato come con la sua vita abbia “scritto parte della storia” del territorio.
Oltre alla parole del sindaco del Comune di San Pietro di Feletto Cristiano Botteon, sono giunte anche quelle del primo cittadino di Pieve di Soligo Stefano Soldan: “Ci tengo particolarmente a fare gli auguri ad Angelo Peressini per questo traguardo straordinario – il suo commento -. Credo che sia un esempio assoluto di valori e di continua vitalità. Una persona gentilissima e un modello per i giovani”.
“Una persona della nostra terra che racconta esperienze di vita del territorio, di cui ne è la memoria storica – ha continuato -. Credo che sia una di quelle persone a cui si dovrebbe fare un monumento vivente, per il suo fervore verso la Patria e i princìpi della nostra Costituzione”.
“Con il sorriso vive in un mondo diverso da quello in cui è nato ed è cresciuto. Il suo senso di appartenenza testimonia che la vita è una cosa bella e positiva – ha concluso -. Gli auguro davvero 110 anni”.
Non sono mancati gli auguri da parte di Fabio Decet, alla guida della sezione pievigina dell’Associazione nazionale Artiglieri d’Italia: “Il nostro Angelo è semplicemente unico. Gli faccio visita ogni 15 giorni e migliora sempre, al contrario della legge della natura – ha osservato -. Domenica lo festeggiamo come si deve, con tutta la sezione in ‘forza massima’, insieme alle sezioni vicine e agli amici Alpini di Rua di Feletto che ci aiutano nella festa”.
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