A Pieve di Soligo prosegue l’impegno per l’accoglienza di persone ucraine in sinergia con il comune, la fondazione Fabbri, la fondazione Balbi Valier e la Caritas: questo ha dato la possibilità di dare loro ospitalità con la prospettiva di inserirsi autonomamente nel territorio.
Si tratta degli ospiti che erano già stati accolti dalla Fondazione Fabbri a Solighetto il 10 marzo scorso (vedi articolo) e che in questo momento hanno trovato una nuova sistemazione in attesa di potersi inserire pienamente e autonomamente nel territorio.
Di fatto, come illustra l’assessore Tobia Donadel che ha coordinato gli attori coinvolti, dal 30 maggio la Fondazione Balbi Valier ha messo a disposizione dei rifugiati l’ex casa delle suore pievigine, dove risiedevano proprio le Suore di Maria Bambina dell’adiacente e omonima scuola dell’infanzia (rimasta libera dallo scorso settembre).
Questo perché in Fondazione Fabbri dovevano venire avviati i lavori di ristrutturazione ed erano quindi sopraggiunti alcuni problemi tecnici, rendendosi resa necessaria un’altra struttura per ospitare la famiglia ucraina.
“Il comune ha avuto un ruolo di raccordo perché non è facile mettere insieme le necessità di tutti – continua Donadel – come comune ci siamo impegnati per fornire agli ospiti i permessi di soggiorno, arrivati il 6 giugno, e ci siamo occupati della parte burocratica, compresa la sistemazione dei due bambini all’asilo”.
“I preparativi per questo nuovo progetto di accoglienza – aggiungono dalla Fondazione Balbi Valier – sono iniziati nel mese di marzo, non appena si sono avute le notizie di quanto stava accadendo in territorio ucraino. C’è stato un importante lavoro di coordinamento logistico e preparazione degli ambienti per i quali si sono fatte vicine diverse realtà imprenditoriali e di volontariato che hanno offerto il proprio aiuto e donato quanto necessario per la buona riuscita del progetto: a loro va il nostro più sentito ringraziamento”.
Si tratta di un progetto nuovo nel panorama attuale della Fondazione Balbi Valier, ma che si inserisce nella sua più profonda tradizione di ente di assistenza e beneficenza a servizio del territorio di Pieve di Soligo e del Quartier del Piave, nell’ottica di un accompagnamento verso l’autonomia dei rifugiati.
“Anche quest’esperienza è un’occasione preziosa per orientare insieme risorse ed energie a beneficio della collettività” esplicita il direttivo: la sistemazione all’ex casa delle suore non sarà che temporanea perché i rifugiati ucraini hanno tutte le intenzioni di rendersi autonomi e stanno ora cercando degli inserimenti lavorativi che permettano loro di diventare parte attiva della comunità.
(Foto: per concessione della fondazione Balbi Valier).
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