Ieri a Solighetto la 166esima edizione del “paga l’osto” per le vie del paese, tra goliardia e tradizione

Tra goliardia e tradizione, è andata in scena ieri per le strade di Solighetto la 166esima edizione del “paga l’osto”.

Nata in un contesto ancora rurale come semplice occasione di festa al termine del carnevale, si tratta di una partita a bocce che si gioca a più riprese tra le vie e i campi del paese ogni martedì grasso, dal 1853. I partecipanti, ognuno con la propria boccia, si sfidano nelle varie tappe a chi arriva più vicino al pallino e alla metà del gruppo che si ferma più lontana spetta pagare 1 euro di pegno.

Al termine della giornata, il denaro raccolto va a finanziare la cena tradizionale a base di bigoli in salsa, che ieri è stata ospitata nella casa degli alpini di Solighetto. Da qui il significato del nome, dato che chi perde deve pagare il conto all’oste, da cui “paga l’osto”.

Ho 75 anni e partecipo da quando ne avevo venti”, racconta Luigi Padoin, organizzatore della giornata insieme ad Antonio Mazzero e alle penne nere locali. “Ieri c’erano circa 25 giocatori, più le persone che si sono aggiunte al gruppo per seguire la partita. La mia speranza è che qualcuno di più giovane nei prossimi anni possa far proseguire questa bella tradizione, come è sempre stato fatto finora”.

Per quanto si tratti di una manifestazione semplice e spontanea, il “paga l’osto” di Solighetto continua ad affascinare anche le nuove generazioni. In diverse tappe, poi, succede che siano gli abitanti delle borgate ad offrire da bere e da mangiare agli “atleti” concentrati nel gioco e, in questo senso, il “paga l’osto” rappresenta un momento di unità e condivisione per tutta la comunità della frazione di Pieve di Soligo.

Perché un paese è tanto più unito quanto più è capace di far ancora divertire insieme i suoi abitanti, come a succede a Solighetto da ben 166 anni.

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(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
(Foto: Paga l’osto di Solighetto).
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