Artigiani di pace? “Lo possiamo essere tutti. Il cristiano, per sua natura, è costruttore di pace. Iniziamo da noi stessi e dalle nostre comunità. Impariamo a ricostruire il tessuto sociale e a risolvere i conflitti attraverso il dialogo, la diplomazia e la speranza”.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei – Conferenza Episcopale Italiana, ha aperto la rassegna “Pieve Incontra” promossa dalla Città di Pieve di Soligo ieri sera, giovedì 20 marzo, in un Teatro Careni con il tutto esaurito, attento e partecipe.
Zuppi ha fatto suo il messaggio del “disarmo della Terra e delle parole” che Papa Francesco – ancora ricoverato al Policlinico Gemelli – ha ribadito in più occasioni, e che negli ultimi giorni è tornato a essere appello più che mai attuale.
Proprio al Santo Padre è stato rivolto il primo intervento della serata: “Ci ricorda la fragilità, di cui ci dimentichiamo facilmente – ha esordito il porporato –. Papa Francesco ci insegna a non sottrarci all’incontro e alla vicinanza, a parlare con trasparenza e ad affrontare la sofferenza”.


Poi la pace, minacciata in tante parti del mondo. “Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale – ha detto Zuppi, menzionando tra le altre le situazioni di conflitto in Ucraina, Palestina, Siria e Congo -. Perché sperimentare di nuovo la tragedia della guerra, quando l’abbiamo già vissuta?”.
“Abbiamo dato per scontata la pace – ha proseguito – perché i nostri genitori ce l’hanno consegnata attraverso delle nuove ‘architetture’ di pace, come l’Unione Europea, un’invenzione straordinaria. Dopo secoli di vita su questo continente, abbiamo cominciato a pensarci insieme come una cosa sola, senza fare compromessi. Un sogno! Ora dobbiamo fare manutenzione della pace, per essere forti di fronte alla divisione di questi tempi”.


Rispetto alla questione della difesa che sta animando il dibattito politico in Europa – dopo il via libera al piano varato dalla Commissione Europea – Zuppi ha sottolineato che “avere ordigni nucleari è sbagliato perché provoca distruzione”, ma allo stesso tempo “se prevale la logica della forza nei rapporti fra gli Stati, si agisce per un confronto alla pari, ma al contempo bisogna cercare vie concrete per risolvere i conflitti con il dialogo, l’incontro e la diplomazia”.
Zuppi ha affrontato anche altre questioni di stringente attualità, come l’intelligenza artificiale e l’inverno demografico: “Siamo in presenza di una deriva individualista, che ci porta fuori dai legami sociali. C’è una pandemia di infelicità e una crisi di certezze, per cui non riusciamo a intercettare il vero bene e poi a mettere insieme la cura di noi stessi e la trasmissione della vita”.


E i nazionalismi sul nostro continente? “Sono dannosi, infatti è importante curare l’amore per la patria, dentro la prospettiva di riferimento alto dell’Unione Europea, che ci fa pensare e agire insieme. Per dire “Mai più” alla guerra dobbiamo tornare alle radici del continente, all’anima e ai valori comuni”.
“I giovani – ha detto il porporato, che a margine della serata ha invitato i ragazzi al Giubileo a Roma – custodiscono un grande desiderio di speranza. Non rubiamogliela!”. Proprio la speranza, unita alla pazienza e all’umiltà “è una virtù da recuperare – ha osservato – Questa è la stagione del Vangelo: proprio in questo tempo di deserto, fra le persone è grande la sete di acqua vera”.
Alla soglia dell’avvio della seconda Assemblea generale del Sinodo, “la Chiesa italiana – ha concluso Zuppi – deve recuperare la sua dimensione di popolo, e ritrovare la passione, l’ideale e la bellezza della vita del Vangelo”.


Durante la serata, coordinata da Adriana Rasera, sono intervenuti per i saluti istituzionali il sindaco Stefano Soldan e l’assessore comunale alla cultura Eleonora Sech. Alla fine, al cardinale Zuppi è stato fatto dono di una bottiglia da parte del Consorzio di Tutela Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg. La rassegna è realizzata grazie al sostegno di numerose realtà locali, tra cui Latteria Soligo e Gruppo Hera Ascotrade.
Zuppi era stato accolto al suo arrivo a Pieve di Soligo anche dal cardinale Beniamino Stella, dall’amministratore diocesano monsignor Martino Zagonel, dall’arciprete monsignor Luigino Zago e dai vertici delle realtà istituzionali e associative della diocesi di Vittorio Veneto.
(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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