Si è svolta oggi, giovedì 7 maggio, la conferenza stampa “ Futuro del vino italiano. Qualità, sostenibilità e territorio” Il presente e le sfide del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg”.
Nel corso della conferenza c’è stato l’intervento a sorpresa del Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia che si è espresso sulla doverosità di creare un laboratorio a cielo aperto in questo territorio Unesco e le colline del Conegliano Valdobbiadene sono la sede ottimale.
“Fa piacere che si cresca con la filosofia della sostenibilità – sottolinea Zaia – si dovrà certificare il prodotto dal punto di vista territoriale. Quello che accade oggi, nel Prosecco, fa scuola a livello italiano ma anche internazionale. Si pensa sempre che i viticoltori delle colline del Conegliano Valdobbiadene siano degli inquinatori ma le nostre zone sono di gran lunga superiori per l’attenzione all’ambiente rispetto a coltivazioni presenti nella stessa fascia”.
“La salubrità e qualità come punto di partenza, dal 2011 molto lavoro è stato fatto, partendo con il protocollo viticolo, abbiamo abbandonato l’utilizzo di diversi fitofarmaci, autorizzati dalle autorità italiane e europee, a beneficio di altri con un minor impatto sull’ambiente” – ricorda Innocente Nardi, presidente del Consorzio Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene.
“In questo momento il Consorzio deve avere un ruolo importante come iniziatore e promotore della qualità e del valore” – conclude Nardi.
Il vino negli anni Ottanta aveva raggiunto una situazione negativa sotto l’aspetto qualitativo, si era fatta una scelta errata ovvero si elogiava il basso prezzo a discapito di una qualità inferiore.
“Una situazione che culminò con il crollo del vino dovuto all’utilizzo del metanolo in quegli anni – analizza Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola – Il nostro vino, oggi, vale molto di più rispetto a quello degli anni 80′, si produce di meno ma con più qualità”
Rispetto ai paesi emergenti l’Italia è andata avanti scommettendo sulla qualità, creando un rapporto unico tra territorio e prodotto, un connubio di sostenibilità e salubrità. Le note bollicine francesi dello Champagne non hanno ancora, se pensiamo, eliminato il glifosate.
Esistono prodotti innovativi rispettosi del terreno e del suo valore, sono i prodotti che non intaccano il suolo ma anzi, allo stesso tempo lo nutrono.
“Noi siamo pionieri della bio-economia, produciamo prodotti che non impattano l’ambiente e che non si accumulano nel suolo e nell’aria. Questo è un sistema da mettere a disposizione dei clienti assieme agli agricoltori. Insieme si può raggiungere un’alta conoscenza e creare un modello che può essere venduto nel mondo” – spiega Catia Bastioli, amministratrice delegata di “Novamont”.
Anche “Enel X”, società del gruppo Enel, si impegna nella sostenibilità, fornendo specifici prodotti e servizi innovativi per la trasformazione energetica a livello domestico.
“Dobbiamo dimostrare che il certificato di circolarità va a rispecchiare la qualità del prodotto. Enel X propone soluzioni ad hoc. Siamo un’azienda energetica che mira creare prodotti per il passaggio verso le rinnovabili e l’abbassamento dei consumi energetici.” – aggiunge Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X.
(Fonte: Francesco Pastro © Qdpnews.it).
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