C’era anche lui in Piazza San Pietro giovedì pomeriggio al momento dell’annuncio dell’elezione di Leone XIV, e alcune foto lo ritraggono mentre teneva tra le mani un grande cartello in cui campeggiava la scritta “Viva il Papa!”. Di certo, però, non si aspettava che il nuovo pontefice fosse Robert Francis Prevost, 69enne statunitense, con cui condivide una conoscenza personale e professionale da tempo.
Ivan Marsura, 45 anni, originario di Barbisano, frazione di Pieve di Soligo, è un appassionato di storia locale; da 8 lavora a Roma come curatore delle mostre al Museo dei Papi, portate in esposizione nei maggiori santuari italiani e musei diocesani per far conoscere le storie e i magisteri dei pontefici attraverso i loro scritti e oggetti personali, e oggi dirige una galleria d’arte nelle vicinanze del Vaticano. È anche autore di due monografie sulla vita di Albino Luciani, il Beato Papa Giovanni Paolo I.
Nelle ore successive all’elezione, incontrato a Roma, non ha ancora superato la viva emozione e l’incredulità: “Ho conosciuto Prevost nel 2012, quindi prima che diventasse vescovo e cardinale – racconta -. Mi ha sempre molto colpito per la sua umiltà, preparazione, e direi soprattutto per la sua competenza e determinazione”.
I fedeli della Chiesa cattolica mondiale, ma non solo, stanno cercando di indovinare i tratti della sua personalità: “È una persona buona – assicura Marsura -, che giovedì ha saputo commuoversi e che riesce a trasmettere importanti valori umani e cristiani. È un uomo di fede profonda che sa entrare in contatto anche con la simpatia. Penso che, in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, lo Spirito Santo abbia soffiato davvero forte e importante”.
“Il nuovo Papa e io – ricorda Marsura – siamo legati a un altro agostiniano (lo è pure Prevost ndr), il cardinale Prosper Grech (morto a fine 2019 ndr), il secondo cardinale agostiniano creato nell’ordine, che aveva collaborato con diversi Papi, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI”.

“Sarà sicuramente un pastore votato alla missionarietà nella Chiesa, vicina ai poveri, in continuità con il pontificato di Francesco – aggiunge ancora il pievigino -. Dal punto di vista liturgico, invece, penso sarà più vicino alla dimensione che arriva dalla tradizione”.
Con la decisione di chiamarsi Leone XIV, Prevost si è riagganciato all’omonimo predecessore Leone XIII, suggerendo al mondo un programma scandito dall’attenzione per le questioni di giustizia sociale. A Papa Pecci fu legato il Beato Giuseppe Toniolo, le cui spoglie mortali riposano nel Duomo di Pieve di Soligo.
“La scelta di questo nome è stata particolare e sorprendente – conclude Marsura –. Come Leone XIII con la ‘Rerum Novarum’ fu attento ai lavoratori e prese posizione sulle questioni della modernità, così Prevost ha lo sguardo diretto ai grandi temi sociali del pianeta, in senso diverso rispetto all’attuale ideologia americana e trumpista. Non posso non pensare al ruolo che ebbe al tempo di Leone XIII il nostro Giuseppe Toniolo. Auspico dunque che il nuovo pontefice lo santifichi presto: sarebbe davvero un privilegio e un orgoglio per noi pievigini”.
(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto: per gentile concessione di Ivan Marsura. Video: Beatrice Zabotti)
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