Grazie al maestro Giancarlo Nadai, il Quotidiano del Piave ha voluto ricordare la grande cantante Toti Dal Monte, una “vita illustre” pievigina che sarà valorizzata nel percorso della candidatura a capitale italiana della cultura 2021 per Pieve di Soligo.
Camminando nella frazione di Soligo, nel Comune di Farra di Soligo, dove abita il maestro Nadai, non è mancata una visita alla chiesa di Santa Maria Nova, la “Chiesiola”, nella quale, solo a seguito di una granata che nel 1918 squarciò la parte anteriore della parete sud, in corrispondenza di una delle tre finestre, sono venuti alla luce degli splendidi affreschi.
La costruzione della cappella di Santa Maria Nova da parte di Rizzardo da Camino sembra nascondersi in un voto di ringraziamento alla Vergine Maria per aver preservato o guarito la sua famiglia dall’epidemia della “peste nera”.
Sul finire degli anni Cinquanta del XIV secolo, la cappella ha preso forma per essere affidata alle cure dei padri gerosolimitani di San Giorgio di Collalto che garantivano la presenza di un cappellano. Negli anni Sessanta del XIV secolo, l’interno della “Chiesiola” venne quasi completamente affrescato, in parte anche l’esterno, con lo stemma del Comune di Treviso.
Tornando alla figura di Antonietta Meneghel, in arte Toti Dal Monte, è opportuno ricordare l’affetto dei pievigini per questa celebre cantante. Toti Dal Monte è nata a Mogliano Veneto il 27 giugno 1893 da Amilcare, maestro di scuola e di musica nativo di Pieve di Soligo, e da Maria Zacchello, maestra elementare.
Viste le grandi doti canore della piccola “Toti”, il padre decise di spostarsi a Venezia per iscrivere la figlia al conservatorio “Benedetto Marcello”. Per problemi di salute, Antonietta non completò gli studi al conservatorio ma seguì le lezioni di Barbara Marchisio, che fu allieva di Gioacchino Rossini per quattro anni.
La Marchisio decise di seguire gratuitamente la giovane Antonietta, considerando le modeste possibilità economiche della famiglia, perché rimase impressionata dalle sue incredibili qualità.
Dopo una lunga preparazione, Antonietta debuttò alla Scala di Milano nel gennaio del 1916 e, dopo anni di gavetta, durante una tournée negli Stati Uniti, ricevette un telegramma con cui Toscanini la invitava a presentarsi alla Scala poiché era stata scelta per il nuovo allestimento di Rigoletto.
Il 26 dicembre 1921 la futura “Toti” fu protagonista del Rigoletto alla Scala di Milano: da quel momento iniziò una carriera di successo che la porterà a calcare i più importanti palcoscenici del mondo.
Toti era il diminutivo datole dalla famiglia, mentre Dal Monte era il cognome della nonna materna che apparteneva ad una nobile famiglia veneziana.
Durante la “Figlia del Reggimento”, Toti incontrò il tenore protagonista Enzo De Muro Lo Manto, che diventerà poi suo marito. Nel 1930, la grande cantante diede alla luce la figlia Mary, in arte Marina Dolfin, che divenne una bravissima attrice di prosa.
Durante la Seconda guerra mondiale, Toti si ritirò nella sua villa di Barbisanello dove continuò ad esercitarsi. Morì il 26 gennaio del 1975 e venne seppellita nel cimitero di Pieve di Soligo.
Dal 1973 l’associazione musicale “Toti Dal Monte” ricorda la figura di questa grande donna, portando avanti la sua passione per la musica, organizzando concerti e contribuendo alla vita culturale di un territorio che sogna di poter ospitare la futura capitale italiana della cultura 2021.
L’impegno nel far conoscere Toti Dal Monte, insieme ad altri celebri personaggi vissuti in questo territorio, aiuterà sicuramente ad avvicinarsi a questo nuovo ambizioso traguardo per il quale, lo testimoniano le tante iniziative proposte in queste settimane, stanno nascendo sinergie e sodalizi destinati a dare frutti che potranno durare nel tempo.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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