Emanuela, Vania, Vanni, Martino, Matteo, Lisa, Stefano, Sabina, Deborah, Cristina, Andrea, Stefano, Tamara, Andrea, Roberto. La serata è iniziata come quarant’anni fa, a scuola: la maestra ha fatto l’appello, e ciascuno ha ripetuto, al proprio turno, “Presente!”.

La classe dei “coscritti 1978” di Pieve di Soligo si è ritrovata venerdì 11 aprile a quasi quattro decenni dalla conclusione del ciclo quinquennale (1984-1989) trascorso nelle scuole elementari “Vaccari”, ora sede municipale del Comune di Pieve di Soligo, insieme alla maestra Caterina Pillonetto, classe 1946.
L’idea di una rimpatriata tra l’insegnante – legata al motto “Educa e spera” che campeggia sulla facciata posteriore del “Vaccari” – e i vecchi compagni di scuola nasce dopo un fortuito incontro proprio con la maestra: “Avevo trovato la maestra Caterina alla serata di presentazione di un libro – racconta una di loro – e mi ha chiesto di poter organizzare qualcosa con i miei ex-compagni delle elementari. Aveva il forte desiderio di rivederci tutti”.

“Dopo qualche giorno con un’amica abbiamo avviato la macchina logistica per la ‘rimpatriata’ – prosegue – recuperando i contatti di tutti. Devo dire che l’entusiasmo e la voglia di rivedersi è stata espressa anche dagli altri e ci ha fatto molto piacere”.
Non tutti gli ex compagni hanno potuto presenziare all’evento – mancavano Valentino, Andrea e Michele -, ma comunque hanno partecipato in una quindicina: “Un bel gruppo e tanta soddisfazione ed emozione per tutti noi e per lei. Un pensiero va sicuramente a Nicola Tonon e Rudy D’Agostin, che avrebbero potuto essere qui a festeggiare con noi, ma che purtroppo ci hanno prematuramente lasciato”.
La serata è trascorsa velocemente tra racconti di vita e aneddoti del passato: “Ogni giorno prima di uscire dalla classe, in fila, la maestra ci interrogava sulle tabelline – hanno ricordato -. Se si rispondeva subito giusto si poteva andare a casa, altrimenti si tornava in fondo alla fila e si riprovava fino alla soluzione esatta”.
La maestra è stata omaggiata di un quadernetto di pensieri, una dedica in rima e un portafoto doppio, con l’immagine della quinta elementare e uno spazio vuoto da completare con quella scattata venerdì sera.

“Anche lei ha voluto lasciarci un pensiero che abbiamo molto gradito: una poesia come testamento educativo per i nostri figli – dicono ancora i compagni -. Nonostante siano passati molti anni, si è ricordata di ciascuno, di come ci comportavamo a scuola, della nostra calligrafia, del nostro carattere. Ci ha fatto tornare alla mente episodi che ci eravamo quasi scordati”.
Decenni di vita passati davvero in un soffio: “Ritrovarsi è stata una bella energia, come quella che ci trasmette ancora la maestra – concludono -. È stato davvero emozionante tornare a chiacchierare, scherzare e poter rivivere i bei momenti trascorsi insieme alle elementari. Ci siamo salutati con la promessa di rivederci ancora, ma prima che tra altri quarant’anni!”.
(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto: per concessione di una lettrice)
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