La mostra itinerante “Senza Posa” arriva in città: “Una storia nella storia. La passione umana ci porta lontano”

Apre ufficialmente la mostra itinerante “Senza Posa” a Pieve di Soligo

È stata inaugurata martedì 17 la mostra itinerante del Cai – Club Alpino Italiano “Senza Posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa”, nella sede del Cai sezione “Velio Soldan” di Pieve di Soligo, in via Giacomo Battistella.

 Uno scatto originale di Mario Fantin

Un viaggio nella storia per raccontare, tra le tante foto e reperti storici, l’impresa di Mario Fantin, che si mise in gioco e seguì la spedizione nel 1954 con l’attrezzatura cine-fotografica fino a 6560 metri, una quota mai raggiunta prima da un cineoperatore.

Inaugurata la mostra nella sede del Cai di Pieve di Soligo 

La mostra è stata ideata e curata da Mauro Bartoli, nell’allestimento realizzato da Claudio Ballestracci, con la collaborazione di Monica Brenga e Pamela Lainati del Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI per raccontare la conquista del K2 – la seconda vetta più alta del mondo dopo l’Everest – da parte della spedizione italiana del 1954 guidata da Ardito Desio.

Stefano Soldan e Federico Trinca 

La mostra, integralmente di proprietà del Club Alpino Italiano, è stata inaugurata al 70° Trento Film Festival fra aprile e maggio 2022 ma è nata come itinerante, per essere ospitata dalle Sezioni e da tutti gli enti che la richiedono. Le tappe a Treviso sono state svariate (Conegliano, Vittorio Veneto, Tarzo) e Pieve di Soligo concluderà il tour in provincia.

Mario Fantin è stato descritto come un regista, alpinista e sognatore: infaticabile e invisibile dietro la cinepresa, lavorò al gelo, in alta quota, agli ordini di Desio. La mostra oggi lo celebra, presentando per la prima volta il taccuino inedito dove il bolognese appuntò le sue impressioni, emozioni e note tecniche sulla spedizione e sulle riprese del film Italia K2.

Una storia che viene narrata nel film “Italia K2” di Mauro Bartoli. Con le sue riprese Fantin riuscì a immortalare l’impresa e gli uomini che la compirono, a partire da lui, il “tredicesimo alpinista”. Il taccuino originale è il filo conduttore della mostra: riprese da realizzare, disegni di inquadrature, il piano di lavorazione. Alcune di queste pagine, accompagnate dai “suoni del K2”, vengono riprodotte su leggii, realizzati con materiali naturali. Su una tenda, riproduzione originale di quella utilizzata per l’impresa, vengono proiettate immagini registrate da Fantin in condizioni estreme. Entusiasmi, impressioni e fatiche degli uomini, presenti alla spedizione, sono immortalate dagli scatti fotografici.

“Una storia dentro la storia – ha spiegato Federico Trinca, presidente del Cai di Pieve di Soligo -. La spedizione del 1954 del K2, nel mondo dell’alpinismo, la conoscono quasi tutti, ma la maggior parte dei cittadini no. Questa mostra ci porta indietro nel tempo e molto lontano dalle abitudini attuali: la fotografia con pellicole, la difficoltà nel loro trasporto e il non sapere, prima del rientro in casa, cosa si è filmato e si riuscirà effettivamente a creare con il materiale raccolto.

Uno spaccato di una storia abbastanza vicina a noi, che ci porta però molto lontano dalla realtà attuale. Una mostra che vale la pena visitare, che ci fa vedere dove la passione umana ci può portare – conclude il presidente -. Fantin ha investito tutti i suoi averi per fare questo lavoro, ci credeva e ha portato a casa il risultato”.

“Ospitare questa mostra, grazie soprattutto alla generosità dei nuovi e ritrovati spazi del Cai, è una grande opportunità per tutta la comunità – ha dichiarato il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan -. Abbiamo l’occasione di avere uno spaccato su una delle scalate più importanti che ha reso anche famoso l’alpinismo italiano nel mondo: il K2. Farlo attraverso gli occhi di Fantin, una testimonianza autentica, è un atto di cultura

L’invito è quello di visitare questa piccola ma bellissima mostra in cui si possono, al di là delle testimonianze, vedere cimeli autentici con cui si scalavano le montagne un tempo, e che oggi sono impensabili dal punto di vista della sicurezza – conclude Soldan -. Faccio i miei complimenti a chi l’ha allestita, ringrazio il Cai di Pieve di Soligo per aver reso possibile questo e il Cai nazionale per portare avanti questa cultura e sensibilità fatta di rispetto e attenzione nei confronti della natura, delle montagne e di tutto il nostro paesaggio”.

La mostra sarà visitabile fino a domenica 22 ottobre con i seguenti orari: venerdì dalle 17.30 alle 20, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 20.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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