La presenza delle mafie in Veneto: un premio per il nuovo progetto di Service Learning del “Casagrande”

La presenza delle mafie in Veneto: un premio per il nuovo progetto di Service Learning dell’Isiss Casagrande

Grande soddisfazione all’Isiss “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo: la classe 5C del Liceo delle Scienze umane ha ritirato a Mestre il primo premio regionale per il podcast realizzato nello scorso anno scolastico e dedicato al tema delle mafie in Veneto.

Il progetto

Proprio mercoledì 29 gennaio agli studenti è stato conferito il riconoscimento per il progetto che rientra nel Pcto “L’altra economia: legalità, impresa e ambiente. Incontri di sensibilizzazione per la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata”, cui la classe ha partecipato nell’anno scolastico 2023/24, in partnership con Unioncamere Veneto, Associazione Libera, Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, Ufficio scolastico regionale del Veneto. Cinque le classi coinvolte in tutto il territorio regionale.

Il percorso si è snodato attraverso diverse fasi, a partire da alcune azioni formative che si sono svolte negli istituti scolastici, curate da C.C.I.A.A. Venezia Rovigo – Sezione regionale del Veneto Albo Gestori Ambientali, LIBERA. Associazioni Nomi e numeri contro le Mafie e Unioncamere Veneto.

Cuore dell’iniziativa, il project work che ha richiesto la realizzazione di un video o di uno slogan o di un podcast o di una pagina web di carattere informativo “per applicare le competenze acquisite durante la formazione per trattare i contenuti selezionati e per veicolare il messaggio dato dalla committenza a un pubblico eterogeneo di adulti e ragazzi”.

“Silence is Mafia”, il podcast degli studenti del “Casagrande”

Gli alunni vincitori del “Casagrande”, istituto guidato dalla dirigente Gaetanina Da Fermo, sono 24 studenti della classe 4C Liceo delle Scienze umane dell’anno scolastico 2023/24 che hanno realizzato il podcast Silence is Mafia, guidati dai loro docenti referenti Claudia Bitto, Maria Colella e Loris Viezzer.

“Oltre alle necessarie conoscenze, abilità e competenze – commenta la dirigente Da Fermo – la scuola ha il compito di offrire ai propri alunni, in rapporto alla loro età, i valori universalmente condivisi dalla nostra Costituzione. Desidero esprimere i miei più sentiti complimenti agli allievi e ai docenti che hanno partecipato a questo significativo progetto di partecipazione alla vita civile, aggiudicandosi il primo premio”.

“Nel corso degli otto episodi prodotti – spiegano i docenti – la classe ha approfondito e rielaborato gli argomenti trattati nelle conferenze, delineando, con la guida degli insegnanti di Scienze Umane, Lingua Inglese e Storia, un percorso tematico incentrato sui meccanismi di funzionamento della criminalità organizzata in Italia, sulle sue diramazioni all’estero, sulle lotte istituzionali per arginarla e, soprattutto, sullo sdoganamento dei pregiudizi ad essa legati”.

“Le tematiche affrontate durante gli incontri proposti dagli enti esterni – proseguono – sono state quindi integrate alla programmazione delle singole discipline coinvolte. Partendo dalla sociologia della criminalità e dalla contestualizzazione storica, lo scopo di “Silence is Mafia” è quello di presentare un quadro essenziale della questione delle mafie nel nostro Paese, con particolare attenzione al territorio veneto, all’infiltrazione mafiosa in ambito imprenditoriale e all’utilizzo delle nuove tecnologie”.

“Nell’ambito dell’insegnamento della lingua inglese – precisano – si è voluto indagare su uno stereotipo duro a morire, quello dell’“italiano mafioso”, che molto spesso ancora permane al di fuori del nostro Paese. Per poter introdurre all’argomento sia ascoltatori di lingua italiana che anglofoni, due degli otto episodi sono stati proposti in lingua inglese”.

“Il progetto, infine – concludono – ha rappresentato un momento importante nell’ambito delle attività di educazione civica, stimolando una riflessione consapevole sul perché sia giusto e necessario rompere il silenzio dell’omertà e denunciare le attività criminose delle mafie”.

L’iniziativa è stata condotta secondo la modalità del Service Learning: approfondire dei contenuti disciplinari (Sociologia, Storia, Inglese) con lo scopo di offrire un servizio alla comunità sociale.

Numerose sono le competenze trasversali attivate negli ambiti personali, sociali, e della capacità di “imparare ad imparare”, in materia di cittadinanza, dell’abilità imprenditoriale, digitale e di educazione civica. Il podcast prodotto sarà inserito in un sito gestito da “Libera”, associazione presieduta da don Luigi Ciotti, che contiene un archivio di prodotti (anche multimediali) sul fenomeno mafioso.

La parola alle studentesse: “Questo un modo per contrastare la mafia”

Molto positivi i pensieri delle alunne coinvolte rispetto all’attività. “Ascoltare le testimonianze e le storie di coloro che sono stati colpiti dalla criminalità organizzata – dice Emma – mi ha permesso di comprendere quanto il loro coraggio possa essere utile per distruggere l’indifferenza e sviluppare, soprattutto in noi giovani, una riflessione critica”.

“I podcast – secondo Aurora – sono un modo efficace per educare, emozionare e stimolare la riflessione, sfruttando la potenza della narrazione audio per sensibilizzare e combattere l’indifferenza verso un fenomeno che ancora oggi purtroppo persiste”.

“Considero molto interessanti – aggiunge Laura – i due incontri svolti a Mestre in quanto c’è stato un riscontro anche con personaggi che hanno contribuito in questo problema della criminalità organizzata”.

“Spero in futuro – afferma Sara – di avere ancora occasioni simili che mi permettano di approfondire e capire ancora di più le motivazioni di un radicamento così forte della mafia nel nostro Paese”.

“Siamo orgogliose e gratificate per il premio ricevuto, perché questo progetto ha lasciato un segno profondo nel mio percorso personale e nel mio modo di vedere la realtà che mi circonda” commentano Francesca e Matilde.

“Attraverso questo percorso – osservano Veronica, Ilenia e Nicoll Ruth – abbiamo potuto comprendere meglio la diffusione e l’influenza della criminalità organizzata anche nel nord Italia, territorio che, a prima vista, potrebbe sembrare lontana da fenomeni mafiosi”.

Rebecca e Sandijda hanno considerato l’esperienza particolarmente “stimolante e arricchente”, mentre Victoria mette in evidenza anche “l’importanza delle relazioni di collaborazione e di amicizia emersa in questo progetto”. Angelica, invece, ritiene che grazie all’esperienza del podcast ha “avuto modo di apprendere nuove informazioni per conto personale e in modo alternativo, ho migliorato le mie capacità di lavoro con le tecnologie”.

Mariaclotilde sottolinea, infine, che “per iniziare a contrastare la mafia ognuno di noi può impegnarsi a conoscere e diffondere: questo è uno dei modi per riuscire a farlo”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Isiss Marco Casagrande)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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