L’intelligenza delle piante di Stefano Mancuso promossa a pieni voti dai pievigini: sold out l’evento al Careni

Un evento che ha visto grandissimi consensi da parte dei pievigini quello presentato ieri sera al cinema teatro Careni: il primo appuntamento della rassegna “Pieve incontra” organizzato e moderato dalla giornalista Adriana Rasera ha fatto il pienone, registrando il sold out già qualche giorno prima della serata.

L’evento è stato talmente partecipato che è stato deciso in extremis di organizzare una diretta Facebook, in modo da consentire a tutti gli interessati di partecipare, sebbene online.

Stefano Mancuso, con la sua intelligenza delle piante ha tenuto una lectio magistralis che ha dato un quadro critico della nostra società ma allo stesso tempo numerosi stimoli su come reinventarci per una convivenza “più pacifica” con la natura.

“Insieme all’assessore Luisa Cigagna mi sento estremamente soddisfatta: sono felice che la scommessa di puntare tutto sul tema della scienza sia stata vincente. Spero che questo entusiasmo continui perché anche i prossimi ospiti saranno di tutto rispetto, soprattutto per quanto riguarda l’11 maggio, con l’astronauta Umberto Guidoni: un appuntamento dedicato espressamente anche ai bambini” ha dichiarato Adriana Rasera.

Ma come prendere ispirazione dalle piante? “Partiamo dal fatto che viviamo in un momento di grandi cambiamenti ambientali – spiega Mancuso – Oggi siamo verso un aumento di 2 gradi di temperatura: questo ci pone in una situazione difficile, perché completamente inedita. I climi cambieranno drasticamente ma non sappiamo come risolvere il problema. Le piante possono aiutarci: pensiamo di essere gli unici intelligenti sul pianeta e gli unici dotati di cervello ma in realtà le piante hanno straordinaria capacità di resistenza: sono qui da centinaia di milioni di anni e continueranno ad esserci, a differenza di noi, che con presunzione diciamo che stiamo distruggendo il pianeta, ma in verità distruggiamo solo noi stessi”.

“Cos’hanno quindi di straordinario che dovremmo imitare? Sono cose che abbiamo iniziato a sperimentare durante il primo lockdown, quando non potevamo muoverci, esattamente come loro: abbiamo capito che l’ambiente in cui ci troviamo è importante, non lo rovineremmo mai, giusto? Stessa cosa con la comunicazione: è fondamentale quando non possiamo muoverci e le piante, non potendo muoversi, sono straordinarie comunicatrici. Infine abbiamo imparato che la comunità è importante: ciò che ti circonda deve essere qualcosa di interconnesso. Le piante si scambiano informazioni e nutrimento continuamente, in un sistema simbiotico”.

Nella pratica, Mancuso parla del riscaldamento globale: non è una questione ancora entrata nella coscienza di tutti ma bisogna capire che non c’è mai stato un problema più importante di questo nella storia dell’umanità.

Il riscaldamento globale, si sa, è dovuto alla produzione di anidride carbonica: “Dovremmo ridurre le emissioni ma è dimostrato che ogni anno ne produciamo sempre più dell’anno precedente. La produzione è legata alla ricchezza di una nazione con un legame lineare: un paese più ne produce più è ricco. È evidente quindi che quando chiediamo di produrne meno stiamo chiedendo di diventare più poveri, cosa che nessuno accetterà mai. Raggiungere questo obiettivo è fondamentale ma richiede tempo, oltre 70 anni in cui dovremmo cambiare tecnologie e approcci. È anche chiaro che non possiamo passare quel tempo senza fare nulla e le piante vengono ancora una volta in nostro aiuto: se noi piantassimo enormi quantità di alberi potremmo assorbire l’eccesso di anidride emessa. Quanti ce ne vorrebbero? Mille miliardi in 10 anni”.

“Il problema che abbiamo davanti è il più grande nella storia dell’umanità, quindi non servono piccole soluzioni. Piantando questi alberi ce la faremmo nel miglior modo possibile” conclude.

(Foto e video: Qdnews.it © riproduzione riservata).
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