Tempesta. Così era soprannominato Giacomo Matteotti, intellettuale e politico socialista, ucciso nel giugno del 1924, su ordine di Mussolini, dopo aver denunciato in Parlamento le violenze e i brogli elettorali compiuti dai fascisti nei mesi e negli anni precedenti. Il soprannome “Tempesta” gli fu affibbiato per la sua capacità di scuotere le coscienze con discorsi animati da alti ideali e da una straordinaria forza oratoria e morale, qualità che lo avevano fatto diventare il nemico numero uno del partito fascista, proteso a conquistare con ogni mezzo il potere e a trasformare la democrazia italiana in un regime dittatoriale. Nonostante le minacce e il terrore diffuso, Matteotti seppe fare fino in fondo, tanto da sacrificare la propria vita, il proprio dovere di cittadino e di politico impegnato a difendere gli ideali della dignità umana, della libertà e della democrazia.
La grandezza umana e civile della figura di Matteotti è stata rievocata in modo accurato, coinvolgente e spesso emotivamente intenso durante l’incontro tra gli studenti dell’Istituto Marco Casagrande di Pieve di Soligo e lo scrittore Andrea Franzoso che al celebre politico socialista ha dedicato l’anno scorso un libro, intitolato “Lo chiamavano Tempesta”.
L’incontro, svoltosi sabato scorso all’auditorium “Battistella Moccia”, è stato organizzato dai docenti Maria Elisa Lazzari, Matteo De Noni, Ignazio Anello e da alcuni alunni delle classi 3A LS, 3C LSA, 4A LSU, 4B LSU, 5A LSU e 5B LS. Attraverso un percorso laboratoriale pomeridiano di due ore settimanali, iniziato l’ottobre scorso, il gruppo ha allestito un evento culturale di ampio respiro, appassionato e rigoroso, a cui hanno assistito nove classi dell’Istituto, in prevalenza del quinto anno.
Sul palcoscenico, un tavolino con la fotografia di due sposi e un cesto di garofani rossi, ha reso visivamente presente e ricordato, per tutto l’incontro, il lato privato della vicenda politica di Matteotti, in particolare il suo struggente e fortissimo legame con la moglie, la cui figura è stata rievocata da un intenso monologo teatrale scritto dagli alunni e recitato da una studentessa all’inizio dell’incontro, ma anche da alcune lettere, scritte da Matteotti alla moglie o da lei stessa ad altri destinatari, che sono state lette successivamente.
Lo stesso Franzoso, sollecitato da una domanda dei ragazzi, ha messo in rilievo quanto difficile debba essere stata la vita dei figli e della moglie del politico assassinato, costretti a convivere, dopo la sua morte, con la polizia fascista che li teneva costantemente sotto controllo. È emerso tutta l’importanza di Velia Titta, capace di mantenere viva la memoria del marito a di trasmettere ai figli i valori paterni di integrità e di fermezza in un contesto così umiliante e soffocante.
I ragazzi hanno poi proposto approfondimenti di ordine storico avventurandosi coraggiosamente anche in escursioni sull’attualità. Nel corso delle loro ricerche, dopo aver scoperto e analizzato le doti oratorie di Matteotti, gli alunni, sollecitati dagli insegnanti, hanno voluto approfondire lo stile di comunicazione di un politico contemporaneo, l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di cui hanno analizzato in modo accurato lo stile comunicativo.
Sempre in preparazione dell’incontro alcuni studenti e due insegnanti hanno organizzato un viaggio a Fratta Polesine, paese natale di Giacomo Matteotti. Lì hanno visitato la Casa Museo Giacomo Matteotti, hanno effettuato riprese in luoghi significativi e hanno intervistato il sindaco e altri abitanti del piccolo comune. L’esperienza di quella giornata è stata sintetizzata brillantemente in due video che hanno evidenziato competenza tecnica e gusto estetico.
Il cuore dell’incontro è stato comunque rappresentato dall’intervista all’autore, Andrea Franzoso. Questi, dialogando con un terzetto di studenti-presentatori seduti con lui sul palco, ha risposto alle domande in modo ampio, offrendo agli ascoltatori molti stimoli di riflessione.
Innanzitutto l’autore ha rilevato che la politica oggi non suscita più quell’interesse nei giovani che riscuoteva anche solo 30 anni fa, e ha sottolineato come la scuola sia fondamentale per la formazione di cittadini maturi e responsabili, lamentando come negli anni le pretese nei confronti degli allievi siano andate diminuendo e quindi si stia abbassando il livello culturale e a volte cognitivo degli stessi studenti.
L’autore ha ripetutamente messo in risalto valori come il senso del dovere e l’accuratezza nello svolgere qualsiasi compito si sia assunto, valori su cui lo stesso Matteotti aveva imperniato la sua esistenza, animato dalla convinzione che, come scrive in una lettera alla moglie, “la vita è una cosa terribilmente seria”.
Alla fine dell’incontro è intervenuta la Dirigente scolastica Gaetanina Da Fermo: “È stato un grande privilegio ospitare nella nostra comunità scolastica Andrea Franzoso, autore di successo che sa parlare al cuore e alla mente dei ragazzi – ha detto -. La lettura del testo “Lo chiamavano Tempesta” ha incoraggiato nei nostri allievi un profondo percorso di ricerca e di riflessione sulla storia di Giacomo Matteotti. La rielaborazione di contenuti ed esperienze ha dato vita ad un recital d’impatto in grado di catturare ed emozionare il pubblico”.
“L’evento – ha concluso Da Fermo – si colloca all’interno del progetto Babelia, un progetto storico dell’Istituto Casagrande, che ha la finalità di potenziare le competenze di lettura e scrittura. Il libro ha una funzione insostituibile nella formazione della persona e nella creazione di una capacità critica e costruttiva. Il confronto con l’autore è stato strumento di grande efficacia educativa, e ha portato all’attenzione temi importanti come la legalità, il coraggio, il cambiamento per l’esercizio di una cittadinanza attiva”.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata