Negli ultimi tempi si è sentito molto parlare della flavescenza dorata, una particolare patologia che colpisce i vigneti, causando danni e conseguenze non di poco conto.
A tal proposito, lo scorso mercoledì, nella sede del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg a Pieve di Soligo, si è svolto un incontro tra i viticoltori e i promotori di un progetto che mira alla lotta contro questa malattia e, al contempo, alla difesa del benessere delle piante.
Il direttore del Consorzio, Diego Tomasi, ha spiegato che l’incontro è la dimostrazione di quanto sia stata “presa a cuore la problematica”, per rimanere al fianco dei viticoltori. Tomasi ha riferito che la patologia si era già manifestata negli anni novanta, poi il “problema si era un po’ assopito” ma ora, con il ripresentarsi della malattia, è sorta la necessità di trovare “nuove idee, nuove tecniche e strategie”. Tutto ciò per “difendersi senza essere impattanti sull’ambiente”.
A spiegare cos’è la flavescenza dorata è stato Carlo Duso, docente ordinario dell’Università di Padova e responsabile scientifico del progetto: si tratta di un insetto che trasmette un patogeno che scatena la malattia.
Secondo Duso, tale situazione rende quindi necessario comprendere il rapporto tra i vigneti e le piante spontanee dei boschi, il livello di efficacia degli insetticidi, la rilevanza della viticoltura biologica (che non ha “mezzi potenti” a sua disposizione) e di un sistema di monitoraggio territoriale.
In sintesi, è necessario costruire una “strategia di difesa integrata” contro una malattia che deve essere affrontata in “maniera corale”.
Il progetto è nato a partire dalle esigenze sorte sul campo, secondo quanto riferito da Benedetto De Pizzol, viticoltore e coordinatore dei produttori, ed è partito dal territorio del Comune di San Pietro di Feletto, in quanto zona completamente interna all’area della Docg e contraddistinta da una particolare “trama bosco-vigneto”: un progetto, pertanto, che ha coinvolto diverse aziende della zona e il Comune stesso.
Un’iniziativa che vede coinvolta nel suo gruppo di lavoro anche Banca Prealpi SanBiagio, come confermato da Luciano Soldan, responsabile dell’ufficio Agricoltura della banca stessa: un modo per collaborare con tutti gli attori del territorio ed essere connessi alle problematiche del territorio di competenza.
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