C’è chi pensa che i Comuni interessati dal percorso del Giro d’Italia siano stati lasciati soli, chi avrebbe preferito un maggior coinvolgimento del territorio e dei volontari ma soprattutto chi, come il sindaco di Pieve di Soligo, ha voluto sottolineare il fatto che la gestione dell’evento sia stata un’occasione persa per dimostrare di voler fare realmente rete, pensando soprattutto alle sfide che attendono le colline Unesco e la sua gente.
La 14esima tappa del Giro d’Italia, la cronometro Conegliano-Valdobbiadene di domani, sabato 17 ottobre, non avrà soltanto una festa a metà, per le note problematiche del Covid che non permetteranno agli appassionati di ciclismo di godersi la gara come avevano sognato, ma dovrà vedersela anche con chi non ha digerito alcuni aspetti della gestione e della comunicazione del prestigioso appuntamento atteso da tempo da tutto il territorio.
I malumori sembrano essere legati alla visibilità esclusiva per i due Comuni principali, Valdobbiadene e Conegliano, e ai riflettori puntati troppo poco sulle peculiarità di tutte le altre comunità interessate dalla tappa a cronometro del Giro d’Italia.
“Sono profondamente dispiaciuto per il non coinvolgimento di alcuni Comuni nonostante la massima disponibilità – ha affermato amareggiato Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo – Sono abituato a ragionare nell’ottica di un sistema di Comuni, mi dispiace constatare questi risultati che creano divisioni per accaparrarsi il titolo di “Proseccari”. Questo deve spingerci a una profonda e seria riflessione sul tema, oltre al fatto che il prosecco non è né il riconoscimento Unesco né il territorio”.
“L’artigianato e il lavoro ripartono e le comunità locali vengono prima della deriva mediatica instaurata sul successo del nome di un prodotto – conclude il primo cittadino – Sto prima a mettere fiocchi neri che rosa se questa è la gestione delle cose”.
Il sindaco di Refrontolo, Mauro Canal, oltre a pensare ai volontari che garantiranno la sicurezza durante la manifestazione, spera che l’esperienza del Giro d’Italia spinga le varie amministrazioni comunali a comprendere che risultati di questo tipo si possono ottenere solo facendo rete con le persone del posto, senza calare dall’alto le cose o trascurando il coinvolgimento del territorio.
Anche il primo cittadino di Farra di Soligo, Mattia Perencin, non ha negato le difficoltà incontrate per garantire la sicurezza nei 13 chilometri di percorso che interesseranno il suo Comune.
“Organizzare tutto è stato uno sforzo immane per le nuove regole Covid – spiega il sindaco Perencin – Con Pieve di Soligo e Refrontolo abbiamo fatto uscire un’ordinanza uguale sul divieto di assembramenti, feste e picnic lungo il tragitto interessato dal Giro d’Italia. Purtroppo sarà una festa a metà, ma i momenti di gioia non mancheranno grazie al lavoro dei 160 volontari del mio Comune impegnati in due turni in 80 strade”.
“Dispiace un po’ che i Comuni siano stati lasciati soli nella gestione di alcuni aspetti della manifestazione – conclude Perencin – Non solo Conegliano e Valdobbiadene, che spesso appaiono quando si parla di questa tappa del Giro d’Italia, hanno lavorato a questo evento che sarà possibile anche grazie all’impegno dei volontari delle altre comunità, senza dimenticare la polizia locale, i carabinieri e i diversi uffici comunali. Dobbiamo imparare a lavorare maggiormente in un’ottica d’area e non di singole individualità”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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