A 96 anni si è spento Mario Andreola, pievigino Doc, partigiano di Pieve di Soligo della Brigata Mazzini, divisione d’assalto garibaldina “Nino Nannetti” e memoria storica del drammatico periodo della seconda Guerra mondiale.
Mario è sempre stato una figura centrale per la città, a partire dal periodo da partigiano fino all’impegno di oltre 40 anni nella Pro Loco come volontario appassionato, contribuendo attivamente a sviluppare la neonata associazione.
I figli Saverio e Giuseppe lo ricordano con grande affetto e commozione insieme alla propria famiglia: “È stato con noi e lo abbiamo seguito fino alla fine. Era stato insignito dell’onorificenza di cittadino onorario della città di Vittorio Veneto, in quanto aveva partecipato alla lotta partigiana”.
Sono innumerevoli gli aneddoti che costellano la vita di Mario Andreola, dai più felici ai più drammatici e tra le più toccanti c’è la sua fuga dal Cansiglio. Da partigiano la zona di azione di Mario era compresa tra Falzè, Pieve di Soligo, Solighetto e Refrontolo, ma nel momento del grande rastrellamento tedesco si era rifugiato sul Cansiglio.
Quando i nemici arrivarono fin lì, riuscì fortunatamente a scappare percorrendo i sentieri meno battuti: “Insieme ad alcuni suoi compagni stava fuggendo, cercando di scampare all’accerchiamento tedesco. Nei sentieri boschivi nell’area di Cappella Maggiore, Fregona o Sarmede si sono imbattuti in una persona che ha chiesto loro dove stessero andando – ha raccontato Saverio – risposero che stavano scappando dai tedeschi ma che avevano altri compagni rimasti indietro”.
Saverio ha svelato che tra loro c’era anche il fratello di Mario: la persona che hanno incontrato ha detto loro che se il gruppo rimasto indietro non conosceva i sentieri del Cansiglio sarebbe stato spacciato, non avrebbe mai potuto a fuggire alla morsa tedesca.
“Allora mio padre mi ha raccontato che gli hanno chiesto una mano, e quest’uomo, rischiando la vita, è andato a riprenderli per portarli in salvo”. Grazie a lui anche il fratello di Mario è riuscito a salvarsi, ma il racconto della fuga dal Cansiglio è solo una delle avventure di Mario, avventure che ancora oggi è difficile non rivivere con emozione.
Fino a un paio di anni fa Mario è stato anche portatore della bandiera della sua brigata, insieme alle medaglie al Valor militare e all’elenco dei partigiani caduti, della quale faceva mostra a tutte le manifestazioni, alle quali non è mai mancato. Insieme alla moglie ha sempre operato a Pieve di Soligo e in tutti questi anni, senza eccezioni, si è speso per il decoro e l’ordine dei siti dedicati alla memoria: per lui era diventato un punto d’onore tenerli puliti con tanto di fiori.
“Era una cosa importante per lui, ha anche messo una targa in cimitero dedicata proprio ai caduti, che citava: “Io ho dato a te tu hai dato a me” che stava a significare che il dono della vita fatto dai combattenti veniva ripagato con la cura e il ricordo” continuano i figli. Nato a Sernaglia della Battaglia e poi sempre vissuto a Pieve, ha avuto con la moglie due figli, Saverio e Giuseppe.
Nella sua lunga vita Mario ha fatto tanti mestieri, dal garzone in negozi di vernici e ferramenta fino a diventare titolare di un piccolo alimentari: “Ha voluto a tutti i costi aprire un negozio di generi alimentari perché diceva sempre che in guerra le uniche persone che non pativano la fame erano proprio coloro che ne gestivano uno” sorride emozionato Saverio.
Grande anche il cordoglio del sindaco Stefano Soldan, che lo ricorda con affetto: “Con molto dispiacere apprendo la notizia della scomparsa di Mario Andreola, da sempre parte integrante della nostra comunità e sempre presente in ogni occasione di ricordo e di commemorazione della Guerra, ma soprattutto della Resistenza e dei suoi valori. Memoria storica dei fatti, ha sempre testimoniato con la presenza e la sua gentilezza i valori di libertà ed eguaglianza che lo hanno visto in gioventù prendere parte alla resistenza. La sua morte lascia in noi un vuoto e ci sottrae una pagina di storia”.
“Ci lascia un uomo, ma rimarranno i suoi ricordi e le sue gesta che hanno contribuito alla ricostruzione e alla crescita di questa nostra nazione. L’amministrazione si stringe attorno ai figli e ai parenti tutti” conclude.
I ricordi in sua memoria sono tantissimi anche da parte della comunità pievigina, un esempio è il saluto del cittadino Pietro Gerlin, che con queste parole celebra e ben riassume la persona di Mario Andreola: “Non ho potuto conoscerlo da partigiano per ragioni anagrafiche, ma nella sua militanza dentro la Pro loco ci ho avuto a che fare da sempre. Non è retorica, era davvero uno dei primi ad arrivare e l’ultimo ad andarsene di notte finite le manifestazioni. Era un gran lavoratore, si applicava in tutte le manifestazioni ,spiedo gigante, concorso mascherine, rodolet, pranzo anziani a Solighetto, San Nicolo’, padella gigante tante altre e sopratutto sempre in discreta penombra. Mi mancherai perché quando volevo chiarire qualche fatto di storia pievigina, eri un’antologia. Ciao Mario”.
Anche l’Anpi del Quartier del Piave e di Valdobbiadene saluta con profonda tristezza Mario Andreola ex partigiano e socio fondatore dell’Associazione, che ci ha lasciato nel suo 96esimo anno di vita.
Nel ’44 e nel ’45 Mario è stato aggregato alla Brigata garibaldina “G. Mazzini” che operava nell’area che va dallo stretto di Quero e il Piave alla strada che unisce Susegana al passo di S. Boldo, Brigata che ha avuto 126 caduti, che ogni anno vengono commemorati presso il cippo a loro dedicato sul Monte Cesen.
Mario si è sempre dimostrato orgoglioso di aver partecipato alla Lotta di Liberazione e di aver contribuito alla rinascita civile del popolo italiano, alla riconquista delle libertà soppresse dal regime fascista e all’avvio di una stagione nuova di progresso e di pace. Partecipava costantemente alle varie manifestazioni organizzate in ricordo dei morti e di quanti avevano sofferto per quegli avvenimenti bellici, quasi sempre portando con sé lo stendardo della sua Brigata.
Con la sua scomparsa viene a mancare l’ultimo dei protagonisti locali di quella fase storica, che, tragicamente vissuta dalla nostra gente, ha portato alla caduta della dittatura fascista, dittatura che aveva provocato tanti lutti, che aveva condotto l’Italia in varie guerre, che aveva costretto tanti soldati e civili nei lager nazisti, che aveva soppresso con violenza tutte le libertà civili e soffocato i diritti di pensiero e di religione.
Mario si era ribellato al regime fascista per tutti i danni da questo causati e non mancava di farlo presente a tutti quelli con cui veniva in contatto. Carico di ricordi, spesso raccontava gli episodi ai quali aveva partecipato con ardore e ricchezza di particolari.
Ci mancherà la sua presenza, non lo vedremo più alle manifestazioni alle quali continueremo a partecipare, anche a nome suo, insieme alle istituzioni e alle altre associazioni.
A lui va il sentito ringraziamento nostro e di tutti i democratici. Ai familiari le condoglianze dell’Associazione.
Il funerale di Mario Andreola sarà celebrato sabato 14 maggio alle ore 10 nel Duomo di Pieve di Soligo, mentre il santo Rosario verrà recitato venerdì 13 alle ore 18, sempre in Duomo. Il caro Mario proseguirà poi per la cremazione.
(Foto: per gentile concessione della famiglia e di Stefano Soldan).
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