Un’opera di rilevanza sociale e che vuole soprattutto ricordare un uomo che ha dato tanto al territorio: è stata celebrata oggi sabato l’intitolazione al ministro Francesco Fabbri (1921 – 1977) del moderno Palasport di via Mira, inaugurato nel 2017. Da oggi, quindi, l’impianto per lo sport agonistico, il benessere, il tempo libero e le attività culturali e sociali del territorio si chiamerà “PalaFabbri”.
Nel dicembre del 2017 Marco Zabotti, coordinatore della Rete Vite Illustri Pieve di Soligo, e undici firmatari – Enrico Dall’Anese, Giustino Moro, Luciano Fregonese, il compianto Sergio De Stefani, Antonio Padoin, Gianpietro Tittonel, Evelina Tomasella, Fabio Sforza, Giuseppe Furlan, Franco Lorenzon e Paolo Tomasi – sottoscrissero una petizione, presentata poi in Comune: “Siamo convinti che in questo tempo occorra pensare a iniziative, occasioni e strumenti nuovi per dare giusta e doverosa testimonianza dell’opera di Francesco Fabbri nel segno della gratitudine per l’esempio di vita e di amore alla comunità di questo illustre figlio della nostra terra, da comunicare specialmente ai giovani”.
Una sinergia che ha permesso, con grande impegno e determinazione, di arrivare al via libera per l’intitolazione. Questa mattina sono stati in molti a voler assistere a questo evento che entrerà sicuramente nella storia pievigina. Amministratori e autorità civili e militari (in prima fila il prefetto di Treviso Angelo Sidoti), associazioni del territorio, sportivi, studenti e intere famiglie erano in prima fila per assistere allo scoprimento del busto di Fabbri, opera dell’artista Valerio De Marchi. Ha accompagnato la cerimonia di intitolazione il cantautore Enrico Nadai, e gli ambienti sono stati benedetti dal parroco monsignor Giuseppe Nadal.
“Con questa intitolazione volevamo mettere insieme il mondo della politica, i valori e lo sviluppo con il mondo dello sport, della salute e dei giovani – ha dichiarato il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan -. Per il Comune è un atto di orgoglio. Fabbri rivive quotidianamente attraverso le azioni della Fondazione che è molto attenta al mondo dei giovani, delle arti e a quelle forme di sviluppo che il ministro ricercava: saper convivere, perseguire e anticipare la modernità”.
“Secondo noi serviva uno spazio che avesse il nome di Fabbri per rappresentare la vitalità di un’esperienza, un’idealità, il cammino di buona politica – ha aggiunto Zabotti -. Un messaggio fortissimo soprattutto per i giovani: in questo luogo di svago si può evocare una figura che per questo territorio si è speso per tutta la sua vita. È un omaggio, una testimonianza e una scommessa per il futuro”.
“Un’iniziativa che valorizza l’opera di un personaggio importante per Pieve di Soligo e non solo – ha affermato Cristina Da Soller, presidente del Consorzio Bim Piave -. Francesco Fabbri è stato il primo presidente e fondatore del Consorzio Bim Piave di Treviso. Ha portato avanti battaglie importanti con uno spirito di abnegazione per il territorio, un interesse volto a tutti. Un invito per noi a fare progetti d’area e sinergia per il bene del territorio nel suo complesso”.
Presenti alla cerimonia anche il presidente dell’associazione Francesco Fabbri Alberto Baban, che ha ricordato l’importante figura del ministro, il deputato Gianangelo Bof e il consigliere della Regione Veneto Alberto Villanova.
Francesco Fabbri: la biografia
Fabbri nasce a Solighetto nel 1921 e a soli quindici anni è dirigente parrocchiale dell’Azione Cattolica, incarico che lascerà in seguito alla chiamata alle armi. Sottotenente di artiglieria da montagna, nel settembre del 1943 viene catturato dai tedeschi a Salonicco e mandato come prigioniero di guerra prima in Polonia e poi in Germania. Nei due anni di internamento, Fabbri contribuisce attivamente alla formazione di nuclei di resistenza all’interno dei lager, dimostrando un primo interesse per la politica e la democrazia.
Rientrato in Italia nell’estate del 1945 gli viene riconosciuta una pensione a vita come invalido di guerra, che non gli impedirà però di riprendere gli studi e di laurearsi in Scienze Agrarie all’Università di Bologna e di dedicarsi all’insegnamento, vincendo anche il concorso per direttore didattico. Con l’iscrizione alla Democrazia Cristiana, nel 1945, Fabbri si impegna ufficialmente in politica, passando, nel giro di pochi anni, dal ruolo di consigliere comunale a Pieve di Soligo ad assessore e sindaco. A questi incarichi affianca quelli in Provincia, diventando vice presidente con delega ai lavori pubblici, rivelandosi uno dei più attivi promotori di iniziative economico-sociali di Treviso. Nell’arco di oltre vent’anni, Fabbri riveste diversi ruoli: presidente provinciale della Federazione Cooperative e Mutue di Treviso, presidente del consorzio fra le cantine sociali della Marca Trevigiana, presidente della cantina sociale Colli del Soligo, fondatore e presidente del consorzio del Bacino imbrifero Montano (Bim) del Piave.
Per quel che riguarda la politica nazionale, diventa deputato al Parlamento nel 1963, ed è riconfermato nel 1968 e nel 1972. Promotore di molte proposte di legge, nel 1966 assume l’incarico di presidente del comitato per il controllo della commissione di bilancio della Camera dei Deputati. Vicepresidente del direttivo del gruppo democristiano, viene anche nominato vicepresidente della commissione bilancio, presidente del comitato pareri e presidente del comitato d’indagine sulla spesa pubblica. Nel 1972, con il secondo governo Andreotti, diventa sottosegretario al Tesoro, un incarico che manterrà anche durante i successivi governi (Rumor e Moro) fino al luglio 1976. Durante la lunga permanenza al Ministero del Tesoro ottiene le deleghe per le pensioni di guerra, la Cassa depositi e prestiti, gli istituti di previdenza, il controllo dell’attività bancaria, il provveditorato dello Stato, il contenzioso valutario, l’Ispettorato di Bilancio e l’Ispettorato di Finanza. Ministro per la Marina Mercantile con il terzo governo Andreotti, Francesco Fabbri muore il 20 gennaio 1977.
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