Il territorio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e quello delle Langhe-Roero-Monferrato: due meravigliosi “paesaggi culturali”, due zone dichiarate Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco. E da questa sinergia tra realtà “gemellate”, è nato “ECHO. Ecosystem for a Cultural HOrizon. Il paesaggio come opera di pace”.
Stiamo parlando del progetto Pcto (ex “alternanza scuola lavoro”) svolto dalla classe 3C Lsu dell’Isiss “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo, in una rete di collaborazione con il Comune di Nizza Monferrato, il Centro diurno socio-terapeutico-riabilitativo di Nizza Monferrato, l’Istituto “N. Pellati” di Nizza Monferrato, l’azienda vitivinicola “Il botolo” di Nizza Monferrato, l’Associazione “Fabrizio Viezzer Onlus” di Soligo, le aziende vitivinicole “Perlage” di Soligo e “Gregoletto” di Premaor.
Si tratta di una iniziativa in modalità di Service learning, una modalità di formazione a cui l’istituto pievigino ha aderito da tempo, e che unisce il classico apprendimento delle materie scolastiche con il servizio solidale alla comunità sociale.
La proposta ha previsto la costituzione di due team di lavoro: nel corso dei mesi primaverili, questi gruppi hanno operato in parallelo all’interno di due territori “gemelli” – accomunati, come detto, dall’essere due territori italiani che hanno ricevuto il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità” Unesco in quanto “paesaggi culturali” -, le Langhe-Roero-Monferrato e le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Ciascuno dei gruppi era composto da studenti delle scuole superiori – per l’Istituto “Casagrande”, appunto, la classe 3C del Liceo delle Scienze Umane -, e da persone con disabilità frequentanti i centri diurni dei servizi territoriali sociosanitari (nel caso del nostro territorio, gli ospiti della “Casa fra le case” di Soligo).
Obiettivo? La realizzazione di una decorazione pittorica sulla parete esterna della cantina Perlage e su una barrique della cantina Gregoletto, sul tema-guida del “paesaggio come opera di pace”.
Ogni team è stato accompagnato da un formatore esperto in arteterapia; nel caso dell’Istituto “Casagrande”, la pittrice Silvana Crescini: per più di vent’anni conduttrice di un atelier di pittura all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere (MN), aveva già collaborato in passato con la scuola superiore pievigina realizzando nell’inverno 2011-2012 la mostra d’arte “Paesaggidanima”, in Villa Brandolini a Solighetto.
“Di solito si parla di valorizzazione del territorio nei termini di promozione e tutela dei beni artistici, culturali e ambientali che lo caratterizzano, per uno scopo soprattutto turistico – spiega il professor Loris Viezzer, referente dell’iniziativa -. Nel progetto in questione, però, si è provato a spostare il punto di vista: l’idea di riferimento è quella di una campagna di valorizzazione con la quale i territori si presentano come promotori dell’Unesco, dei suoi valori, come la pace, la giustizia, i diritti umani, la cooperazione internazionale, e delle strategie da essa individuate per perseguirli, quali la promozione dell’educazione, la comprensione interculturale, la cooperazione scientifica per lo sviluppo sostenibile, la protezione della libertà di espressione”.
“Non a caso – prosegue Viezzer – ‘Unesco’ significa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. In questo modo, i territori insigniti del titolo di siti Patrimonio mondiale dell’Umanità si impegnano a promuovere i suoivalori tra i loro abitanti e i turisti che li vengono avisitare. L’idea è quella di una valorizzazione“indiretta”, tramite la quale i territori promuovono se stessi non attraverso i prodotti tipici e le bellezze paesaggistiche, bensì mobilitando le loro eccellenze per mostrare all’opinione pubblica di essere territori che vogliono farepropri i valori dell’Unesco, impegnandosi attivamente per realizzarli, farli conoscere, promuoverli e propagandarli”.
“All’interno di questa cornice interpretativa – afferma la pittrice Crescini – il progetto in questione ha voluto creare un’occasione nella quale alcuni attori del territorio, come le aziende vitivinicole, il centro diurno per disabili, la scuola e l’ente locale, hanno potuto cooperare per produrre una decorazione pittorica simbolica che parli del paesaggio come opera di pace: qui si intrecciano il lavoro e la sensibilità sociale dei viticoltori, le relazioni creative e di cittadinanza attiva tra giovani disabili e normodotati, gli spazi e i tempi di facilitazione offerti dall’ente pubblico”
“Si è trattato di un piccolo percorso – conclude -, ma che è andato a ribadire il messaggio di cooperazione pacifica e fiorente tra i soggetti sociali, attraverso l’educazione, la scienza e la cultura, che l’Unesco ha nel suo dna fin dalla sua fondazione nel secondo dopoguerra”.
(Foto: Isiss Marco Casagrande).
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