Anche la città Pieve di Soligo ha partecipato all’evento “Un Patrimonio di idee per progettare il futuro”, ospitato ieri al Ridotto del Teatro Regio di Parma.
Il sindaco Stefano Soldan, accompagnato a Parma da Luisa Cigagna, vicesindaco e assessore alla Cultura, da Federico Della Puppa, coordinatore tecnico del dossier di candidatura di Pieve di Soligo e delle Terre Alte della Marca Trevigiana a Capitale Italiana della Cultura 2022, e da Lorenzo Spadetto, social media manager della candidatura, è intervenuto alla tavola rotonda pomeridiana dal titolo “I dossier di candidatura a Capitale Italiana della Cultura: esperienze a confronto”.
“Negli anni – spiegano gli organizzatori della manifestazione – il bando per la ‘Capitale Italiana della Cultura’ ha stimolato importanti processi innovativi nelle politiche culturali delle città italiane, promuovendo una cultura della progettazione integrata e della pianificazione strategica e sollecitando le città e i territori a considerare lo sviluppo culturale quale paradigma del proprio progresso economico e di una maggiore coesione sociale”.
Attraverso la candidatura, infatti, ogni città ha attivato processi virtuosi di programmazione in ambito culturale che coinvolgono tutte le strutture della propria comunità: cittadini, operatori e forze produttive.
“Un patrimonio che non deve essere disperso – aggiungono gli organizzatori – ma, anzi, merita una politica premiale che possa incentivare la prosecuzione delle prassi meritevoli nel futuro, indipendentemente dall’esito del bando”.


È proprio quello che farà Pieve di Soligo, tra le dieci finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022, assegnato poi a Procida, portando avanti le progettualità descritte nel dossier di candidatura.
“È straordinario come il fatto di ripetere questo confronto mettendo insieme sindaci e professionisti che mai si sono conosciuti – ha affermato il sindaco Soldan nel suo intervento -, ma che sono parte del ‘mosaico Italia’, sia in grado di avvicinarli e far cambiare anche il tema del bando e la posizione del Ministero. Credo sia rarissimo che un ministro dica ‘dobbiamo cambiare perché ci avete aiutato a capire’”.
“Credo che questo passaggio intrinseco che sta nel lavoro che stiamo facendo tutti insieme – continua -, e che faranno i sindaci nelle prossime edizioni, aiuti a migliorare e a rendere più contemporanea la nostra nazione e soprattutto ad essere anticipatrice dei temi. La nostra avventura per la Capitale Italiana della Cultura è partita con due parole che Andrea Zanzotto aveva pronunciato: Progresso Scorsoio. Progresso è una cosa che ci fa crescere, che ci fa andare in avanti ma che tante volte è anche l’elemento per cui si resta fermi e ci si intrappola per il futuro in condizioni di infelicità”.
“Il Veneto viene riconosciuto come una delle Regioni più urbanizzate e che non ha mai saputo gestire il proprio territorio con la costruzione dei capannoni e con l’edificazione diffusa – conclude – Noi siamo partiti dalle parole ‘Progresso Scorsoio’ non solo per dire quante bellezze abbiamo ma lanciando una grande sfida: quella di cominciare a decostruire il territorio e recuperare la bellezza”.
L’incontro di Parma, inserito all’interno del programma di Capitale Italiana della Cultura 2020+21, ha voluto essere un momento di scambio e di confronto per valorizzare le esperienze maturate in molti Comuni affinché il capitale costituito dall’attività di progettazione possa essere reso utile e produttivo.
Oltre alla condivisione delle esperienze sui vari dossier di candidatura a Capitale Italiana della Cultura, durante l’evento si è parlato anche delle politiche culturali e della cultura della progettazione, della pianificazione strategica a base culturale come modello di sviluppo territoriale, di cultura e sostenibilità, di Recovery Plan e di strumenti di finanziamento per le buone pratiche.
(Foto: Pieve 2022).
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