Continuano le iniziative del gruppo pievigino Cultural-Mente per accendere i riflettori sul tema della violazione dei diritti umani nel mondo: ieri, a un anno dalla sua morte, è stato ricordato Mario Paciolla, scomparso per cause ancora da accertare in Colombia dove stava partecipando a una missione di pace per conto dell’Onu.
Il sit-in in piazza Caduti nei Lager a Pieve di Soligo è stato organizzato con il supporto dell’amministrazione comunale pievigina e con il sostegno di Amnesty International Montebelluna.
“È stato un gesto di vicinanza alla famiglia di Mario, che ha origini pievigine – ha affermato Valentina Lucchetta, consigliere comunale e responsabile di Cultural-Mente – Speriamo che questo caso possa essere risolto il prima possibile e che i suoi familiari abbiano tutti i chiarimenti che meritano per avere giustizia”.
Il 15 luglio 2020 le Nazioni Unite hanno comunicato alla famiglia di Paciolla che il 33enne era stato trovato senza vita nella sua abitazione, classificando la vicenda come un suicidio.
I parenti e gli amici non hanno mai creduto a questa versione, anche perché Mario aveva prenotato un volo per tornare in Italia, e nel tempo sono state formulate diverse ipotesi sulle cause della sua morte e sono state aperte due inchieste: una in Colombia e una in Italia.
Sono finiti sotto indagine gli agenti di polizia che hanno permesso il “presunto inquinamento delle prove” ma sono ancora pochi i dati a disposizione per provare a ricostruire gli ultimi momenti di vita dell’uomo.
In un anno di indagini, infatti, non è emersa nessuna novità ufficiale ma molti attivisti per i diritti umani, associazioni e gruppi spontanei hanno organizzato manifestazioni e iniziative per ricordare Mario con l’obiettivo di mantenere vivo l’interesse su questa storia.
Negli ultimi mesi, il gruppo Cultural-Mente si era impegnato anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna che si trova in carcere in Egitto dal febbraio del 2020.
Il 12 luglio, la Corte d’Appello ha ordinato altri 45 giorni di detenzione preventiva, in attesa delle indagini, e il giorno dopo si è tenuta una sessione investigativa da parte della procura suprema di sicurezza dello Stato, una misura presa per la prima volta dalla prima settimana del suo arresto.
Patrick è stato interrogato nel dettaglio sulla natura del suo lavoro, sui suoi progetti di ricerca passati e sulla sua formazione: ora tutte le persone che hanno lottato per chiedere la sua liberazione sperano che la situazione possa sbloccarsi.
Questa sera, alle ore 19, piazza Caduti nei Lager a Pieve di Soligo ospiterà un nuovo sit-in di Cultural-Mente e Amnesty International per chiedere la liberazione di Patrick Zaki.
(Foto: per concessione di Cultural-Mente).
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