Un sogno professionale trasformato in incubo nel giro di poche settimane: è questa la situazione del ristorante “Sushi Nagano” di Pieve di Soligo, colpito indirettamente dalla notizia del virus contratto da alcuni clienti di ristoranti giapponesi dopo aver consumato un’insalata di alghe.
Sta facendo molto discutere, infatti, l’episodio delle 15 persone colpite da gastroenterite virale dopo aver contratto il norovirus a causa di una partita “sfortunata” di insalata di alghe consumata in due ristoranti di sushi presenti nei distretti sanitari di Asolo e di Pieve di Soligo.
A causa di un’errata generalizzazione, molti clienti di questi ristoranti hanno pensato che ad essere interessato dal focolaio tossinfettivo fosse l’unico locale specializzato in cucina giapponese presente a Pieve di Soligo.
L’errore commesso è stato quello di aver associato il distretto sanitario solo al Comune di Pieve di Soligo, dimenticando che lo stesso non comprende esclusivamente la comunità pievigina ma quasi 30 Comuni, tra cui Vittorio Veneto e Conegliano.
La notizia del presunto coinvolgimento nella vicenda del locale orientale di Pieve di Soligo ha portato diversi clienti, che fino a qualche giorno fa avevano premiato il ristorante per la cucina proposta, a maturare la decisione di non frequentarlo più.
“Sushi Nagano”, quindi, dopo aver avuto anche 60 coperti a serata, si trova ora ad essere quasi deserto, portando allo sconforto il giovane titolare, la sua famiglia e tutti i dipendenti che speravano, soprattutto dopo il successo iniziale, di aver trovato un posto di lavoro sicuro che permettesse loro di guardare con ottimismo al futuro.
Qdpnews.it ha deciso di portare le sue telecamere dentro il ristorante per dare una possibilità al titolare di spiegare la sua versione dei fatti, specificando che le regole igienico-sanitarie sono sempre state rispettate da tutto lo staff del “Sushi Nagano”, e per controllare come i prodotti vengono conservati, spiegando le modalità di preparazione dei diversi piatti.
La pulizia del locale, in particolar modo della cucina, e la cortesia del personale mostrano comunque l’impegno nel garantire la sicurezza alimentare a tutela dei loro clienti.
La speranza del ristoratore, che non ha ricevuto nessuna lamentela da parte dei clienti che avevano mangiato nel suo ristorante, è che comunque la gente possa tornare a frequentare “Sushi Nagano” per un pranzo o una cena con i gusti dell’Asia.
“Non è giusto pagare per gli errori di altri”, ha dichiarato il titolare cinese provato e demoralizzato per questa situazione che, forse, lo costringerà a lasciare a casa qualche dipendente.
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(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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