Pieve di Soligo, cuccioli di capriolo nei boschi della Marca: sul web impazzano le foto ma attenzione ai rischi

In questi giorni sono molto numerosi gli avvistamenti di piccoli di capriolo, o di altri ungulati, nelle campagne e nei boschi dell’Alta Marca Trevigiana. L’emozione e la gioia che scaturiscono dall’incontro con questi graziosi animali hanno portato tante persone a fotografarli e, in alcune ipotesi, a cercare di avvicinarli e di accarezzarli.

In un gruppo social di Pieve di Soligo, per esempio, sono state postate delle foto di alcuni cuccioli di capriolo incontrati durante una camminata all’aperto. Le foto condivise hanno scatenato fin da subito le reazioni di alcuni frequentatori della rete che hanno apprezzato gli scatti naturalistici senza dimenticare di esprimere le loro preoccupazioni sui rischi dovuti al contatto dell’uomo con questi animali.

Abbiamo chiesto un parere alla dottoressa Silvia Ceriali, valdobbiadenese laureata in Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio all’Università di Padova, che da tempo collabora alla realizzazione di attività di educazione ambientale in collaborazione con il “Museo naturalistico Patrizio Rigoni”, con “Asiago Guide” e con altre realtà del territorio dei Sette Comuni (Vicenza).

La dottoressa Ceriali conferma che nelle prime settimane di vita i piccoli di cervo e di capriolo passano poco tempo con la madre, la quale si avvicina per allattarli e si allontana da loro al primo segnale di pericolo perché uno dei sistemi difensivi di questi cuccioli è proprio quello del mimetismo.

CERBIATTO 3

Il contatto dell’uomo con il cucciolo può essere fatale perché le mani lo contaminerebbero con il loro odore, privandolo di un importante mezzo di difesa e alterando l’odore stesso dell’animale, esponendolo al rifiuto da parte della madre.

È quindi importante non toccare i piccoli né avvicinarsi o raccoglierli, ma allontanarsi in fretta, permettendo alla madre di tornare da loro per guidarli verso un luogo più sicuro. Se i cuccioli sono feriti bisognerà rivolgersi alle autorità competenti in modo che possano essere curati nelle strutture attrezzate per farlo.

Se il piccolo ungulato dovesse essere trasportato in un centro specializzato per gli animali selvatici, la percentuale di sopravvivenza rimarrebbe bassa e l’animale sarebbe comunque sottoposto ad un forte stress, dovuto alla lontananza della madre, che nelle peggiori ipotesi potrebbe causargli la morte.

Il consiglio migliore, nel caso in cui si abbia la fortuna di avvistare piccoli di capriolo o di altri animali, è quello di contemplarli velocemente e allontanarsi da loro quanto prima, per lasciare che la natura faccia il suo corso.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook – Sei di Pieve di Soligo se).

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