Pieve di Soligo, domani in duomo la Santa messa in ricordo di don Mario Gerlin. Intervento musicale della Piccola Orchestra Veneta

Domani sera, alle ore 18.30, nel duomo di Pieve di Soligo sarà celebrata la Santa messa in ricordo di don Mario Gerlin per ricordare il 29esimo anniversario della sua morte.

Durante la funzione ci saranno gli interventi musicali del coro della parrocchia e della Piccola Orchestra Veneta diretta dal maestro Giancarlo Nadai.

Proveniente da una famiglia di artigiani-muratori, Mario Gerlin è nato a Pieve di Soligo il 27 ottobre del 1919.

Mario ha ricevuto dalla famiglia un’educazione profondamente religiosa ma, giunto all’età di 17 anni, come reazione alla gravissima situazione familiare, ha dichiarato ai genitori di non credere più in Dio, abbandonando ogni pratica religiosa.

Dopo aver conseguito il diploma di abilitazione magistrale e la maturità classica, si è iscritto alla facoltà di Legge dell’Università di Padova con l’intenzione di fare poi il giornalista.

Ha partecipato alla Seconda guerra mondiale come sottotenente di fanteria e quando è ritornato a casa, nel febbraio del 1946, ha trovato i genitori invecchiati e i tre fratelli con le gambe paralizzate: per questo ha lasciato gli studi universitari e si è dedicato all’insegnamento nelle scuole elementari.

Nel luglio del 1953 ha compiuto un lungo viaggio in motocicletta attraverso la Spagna e il meridione della Francia, decidendo di fare una breve visita a Lourdes.

Assistendo alla processione pomeridiana del Santissimo, spinto da una irresistibile forza interiore, si è fermato per alcuni istanti davanti alla grotta della Madonna, chiedendole la grazia di credere in suo figlio Gesù Cristo.

Dopo lunghi anni di crisi spirituale, il Mercoledì Santo del 1955, durante un incontro serale con don Giovanni Rossi, nella Cittadella Cristiana di Assisi, si è convertito e ha ritrovato la fede perduta.

Nel 1956, nelle liste della Democrazia Cristiana, è diventato vicesindaco di Pieve di Soligo e poi sindaco nel 1960, rimanendo in carica per due mandati consecutivi.

Nell’aprile del 1969, dopo aver frequentato per quattro anni l’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Università Cattolica di Milano, si è dimesso da sindaco per prepararsi all’ordinazione sacerdotale che è avvenuta l’8 dicembre del 1969 nella chiesa arcipretale di Pieve di Soligo per l’imposizione delle mani di monsignor Albino Luciani, allora vescovo di Vittorio Veneto.

Nel febbraio del 1970, padre Mario parte missionario per il Burundi, nell’Africa Centrale, dove rimane fino al giugno del 1972, quando avviene il terribile genocidio della razza Bahutu: qui incontra per la prima volta i lebbrosi, ai quali dedicherà poi tutta la sua vita.

Nel marzo del 1974, assieme al dottor Marcello Candia, parte per il Brasile e diventa il primo cappellano italiano della colonia degli hanseniani (lebbrosi) di Marituba, in Amazzonia, visitata poi da papa Giovanni Paolo II nel luglio del 1980.

Il suo contributo è stato fondamentale per far cadere definitivamente le barriere psicologiche e culturali sulla lebbra.

Nel 1992 è tornato in Brasile per morire tra i suoi lebbrosi, trovando la morte il 27 febbraio del 1993: don Mario Gerlin è sepolto accanto a coloro che aveva tanto amato nel piccolo cimitero del villaggio “Sao Francisco de Assis” a Bambui.

La memoria e la missione del sacerdote sono portate avanti dall’Associazione “Amici di Don Mario Gerlin” con molte iniziative.

(Foto: “Amici di Don Mario Gerlin”).
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