Pieve di Soligo, questa sera la presentazione del volume sull’induismo di Andrea Berton: “Più cultura, meno paura”

Manca poco all’appuntamento in programma per la serata di oggi, giovedì 6 agosto, alle 20.45 in Corte Morona a Pieve di Soligo, in compagnia di Andrea Berton, stimato collaboratore del quotidiano Qdpnews.it e apprezzato studioso di culture orientali e dialogo interreligioso, che andrà a presentare il suo volume “Introduzione all’induismo. Non volevo mangiare cibo speziato e ora non ne posso fare a meno”, pubblicato da Panda Edizioni di Castelfranco.

Laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Udine, con una tesi sugli strumenti giuridici di contrasto al fenomeno del terrorismo di matrice islamica, Andrea Berton ha ormai maturato una certa esperienza sul tema dell’interculturalità: ha curato il glossario sul mondo islamico dell’ultimo volume della scrittrice friulana Loredana Marano, dal titolo “Chi è immerso nel mare non ha paura della pioggia. Il viaggio di Addy”, presenziando al Salone Internazionale del Libro di Torino, a Pordenonelegge e a “èStoria” di Gorizia.

Ha inoltre collaborato con manifestazioni come “Interreligious”, il Festival dell’Oriente e altri eventi simili, fino a giungere all’ultima esperienza dello scorso dicembre, ovvero un viaggio alla scoperta dell’India più povera assieme ai volontari della “Mummy&Daddy” onlus di Caerano San Marco.

Esperienze che hanno fornito ad Andrea Berton riflessioni e spunti per i suoi prossimi lavori futuri.

Che cosa ti ha spinto a scrivere questo libro e quale messaggio hai voluto trasmettere tra le tue pagine?

Normalmente i libri sull’induismo sono molto complessi per chi non conosce l’argomento che, in questo modo, fatica ad approcciarsi per la prima volta al tema. In tal modo ho voluto far conoscere questo mondo, sfatando certi miti e rendendo la questione alla portata di tutti. Si tratta di un mio tributo all’induismo e alle comunità che ho seguito nella mia esperienza di mediatore. Il mio motto è “più cultura, meno paura”.

La tua passione per le culture orientali cosa ti ha lasciato?

In tutta onestà mi ha fatto anche perdere delle persone, perché è una passione che non viene sempre capita da tutti, però ha arricchito il mio bagaglio culturale. Non a caso il volume contiene 47 indirizzi di ristoranti in Italia: sono infatti convinto che per parlare di multiculturalismo sia necessario sporcarsi le mani, andare direttamente nei posti e nelle comunità e non parlare solamente per sentito dire. Insomma, una maggior cultura crea una maggior consapevolezza.

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Hai fatto un’esperienza molto significativa in India: il ricordo più bello e le difficoltà incontrate?

Assieme ai volontari della “Mummy&Daddy” onlus siamo andati nel sud dell’India per vedere come vivevano i bimbi. Mi ha colpito come, anche nei luoghi più brutti, la nostra presenza fosse intesa come un regalo. Personalmente, all’interno di un villaggio molto povero, mi è capitato di incontrare una famiglia che ha fatto di tutto per convincermi a entrare nella loro abitazione. Quindi mi è rimasto il ricordo della gente, dei bambini e delle sculture delle divinità, che ho sempre studiato e che finalmente ho avuto l’opportunità di osservare da vicino.

Secondo te, quanto è importante la passione messa da un autore nella propria scrittura?

Capita a volte di vedere dei luminari che non sono in grado di trasmettere le proprie conoscenze, mentre altri riescono a penetrare perfettamente la materia. La passione che uno mette nel proprio lavoro viene senz’altro percepita.

C’è un nuovo libro in cantiere?

Sono un amante delle culture asiatiche e vorrei fare la stessa cosa per il Giappone, una terra dove cultura e innovazione convivono tra loro: è un Paese che vorrei visitare. In generale mi piacerebbe visitare tutta l’Asia, ma riserverò uno spazio ulteriore all’India e al tema dell’integrazione, vista tramite il confronto tra maestri spirituali provenienti da diverse culture.

“Trasformare le criticità in opportunità” e studiare le culture con un occhio non critico sembrano essere i punti salienti del lavoro di Andrea Berton, che identifica la cultura come mezzo privilegiato per “poter andare avanti nel cammino dell’integrazione”.

Ma tutto questo, e molto altro, sarà discusso nella serata di oggi, giovedì 6 agosto, serata accompagnata dalla suggestiva musica indiana di Riccardo Lotto e dalla scenografica danza kathak di Shirly Cossettini.

L’incontro rientra nel calendario di eventi “E-state insieme a Pieve. Incontri con l’autore”, a cui è possibile prenotarsi all’apposito link.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Andrea Berton).
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