Cinquant’anni di sacerdozio per don Giuseppe Nadal, parroco di Pieve di Soligo, Solighetto e Refrontolo. Era il 29 giugno 1968 quando don Giuseppe, allora 25enne, venne ordinato prete (nella foto sopra) nel suo paese natale, Santa Maria del Piave. Una giornata speciale, a maggior ragione se si pensa che a celebrare la messa di ordinazione fu monsignor Albino Luciani, che dieci anni più tardi sarebbe passato alla storia con il nome di Papa Giovanni Paolo I.
Cinquant’anni di sacerdozio che il religioso festeggerà insieme alla comunità venerdì 29 giugno, alle ore 19, con una messa nel duomo di Pieve di Soligo, presieduta dal cugino vescovo Domenico. “Don Giuseppe non ha bisogno di regali. Eventuali offerte, raccolte nel giorno della festa, saranno portate da lui stesso in Burundi, il 5 settembre prossimo, nella diocesi di Muyinga dove è stato missionario per una decina di anni. Questa stessa diocesi festeggia, l’8 settembre prossimo i 50 anni di fondazione”, si legge nel foglietto parrocchiale.
E’ proprio in Burundi, infatti, che il sacerdote ha trascorso “gli anni più belli della sua giovinezza”, cogliendo al volo l’occasione di andare in missione nel 1971, dopo l’apprendistato come cappellano a Francenigo. Tornò in Italia dieci anni più tardi, segnato dalla guerra civile ma arricchito nello spirito, non senza aver diffuso il Vangelo ed eretto cappelle e scuole.
Nei primi anni Ottanta, don Giuseppe venne scelto come segretario del neo-eletto vescovo monsignor Eugenio Ravignani. Dopo il servizio come parroco di Susegana e Crevada dal 1991 al 2001, infine, la chiamata a Pieve di Soligo. “Ormai sono 17 anni che è tra noi ed in questo tempo, insieme ai cappellani che si sono succeduti accanto a lui (don Marco Zarpellon, don Alberto Dalla Cort, don Luca Martorel, don Alberto Botteon, don Lorenzo Barbieri e don Domenico Valentino) ha lavorato tanto – si legge nell’omaggio dedicatogli su “La Pieve”, il bollettino dell’Unità Pastorale – Lo testimoniano, oltre alle realizzazioni materiali (come la cappella del Santo, Sacramento e la sala della Corale, la ristrutturazione del cinema e dell’oratorio, la casetta della Famiglia), il fiorire di tante iniziative pastorali ed in particolare la diffusione del culto del Beato Toniolo”.
Sono passati cinquant’anni dal giorno della sua ordinazione. Era il “Sessantotto”. Martin Luther King veniva ucciso a colpi di pistola, gli Azzurri vincevano gli Europei contro la Jugoslavia, Richard Nixon diventava presidente degli Stati Uniti. Il Concilio era appena terminato ed il rinnovamento della liturgia cattolica era già avviato. Da quel giorno molte cose sono cambiate, ma l’entusiasmo di don Giuseppe è rimasto immutato. “Sono felicissimo – non nasconde don Giuseppe – Sono stati anni bellissimi, ricchi di avventure”.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: La Pieve).
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