Pieve di Soligo, l’intervista al nuovo diacono Giovanni Stella: “A tutti i giovani: mai mollare”

Domenica scorsa don Giovanni Stella ha ricevuto dal vescovo Corrado il dono del sacramento dell’Ordine nel grado del Diaconato. Compirà 30 anni il prossimo 27 luglio e vanta la laurea in matematica oltre che il Baccalaureato, conseguito poche settimane fa.

La sua è una vocazione adulta, maturata alla conclusione degli studi universitari a Udine, grazie a un’esperienza importante di servizio e da un anno e mezzo opera presso le comunità di Pieve di Soligo, Solighetto e Refrontolo.

Qdpnews.it ha raccontato sia la preparazione sia il rito della tua ordinazione: quali sono stati i tuoi pensieri e sentimenti e le emozioni che hai provato domenica scorsa in Duomo a Sacile?

“Devo dire che entrando in Duomo l’emozione è stata davvero tanta: camminare lungo quella navata che fin da bambino ho percorso molte volte mi ha fatto provare una grande gioia. E anche vedere i volti, anche se un po’ coperti dalle mascherine, di tanta gente che ho conosciuto in questi anni di formazione in Seminario, mi ha fatto rendere conto della bellezza di consegnarmi per sempre alla nostra Chiesa vittoriese”.

Alla cerimonia era presente una delegazione della parrocchia di Pieve di Soligo e delle realtà vicine dove operi da qualche tempo: qual è la tua impressione su queste nostre comunità?

“Ormai da quasi due anni mi trovo qui, anche se in questi ultimi mesi non ho potuto essere molto presente a causa della pandemia. La mia impressione è di trovarmi in parrocchie vive, con molta gente pronta ad aiutare la vita della comunità. Confido che la collaborazione con i laici possa continuare in modo che, insieme a don Giuseppe e don Domenico, possiamo operare un vero risveglio dopo questo difficile periodo, fatto che sta già avvenendo”.

don giovanni stella 1

Che cosa pensi possa cambiare dopo la tua ordinazione nel servizio pastorale? C’è un ambito in cui vorresti impegnarti maggiormente?

“Di sicuro gli impegni presi durante l’ordinazione – la preghiera, il celibato, l’obbedienza – mi impegnano a donarmi ancora di più alle persone. Io spero possa cambiare proprio nel senso del dono gratuito a tutti i parrocchiani: soprattutto i piccoli e i giovani, ma senza dimenticare gli anziani, i poveri e coloro che soffrono, in quanto il mio ministero dovrà configurarsi soprattutto nell’ambito della carità”.

Il Rettore del Seminario vi ha ringraziati perché “andate oltre voi stessi” con questo sì al diaconato, mentre il Vescovo vi ha esortati a non avere paura. Che cosa ti senti di rispondere?

“Andare oltre noi stessi nel senso che questa scelta ci sorpassa, è quasi incomprensibile al mondo e, per alcune dinamiche, anche per me e il mio nuovo confratello don Davide che l’abbiamo appena fatta. Ma andare oltre noi stessi significa soprattutto affidarsi a quell’Amore di Dio che ci ha chiamati e mettere tutta la nostra vita nelle Sue mani. Da questo risponderei all’esortazione del Vescovo, “non temete!”, presa dalle parole di Gesù stesso: come possiamo avere paura se siamo nelle Sue mani?”.

Se dovessi rivolgere un messaggio e lanciare un hashtag ai nostri giovani, che cosa vorresti dire loro?

“Penso che in questo periodo una tentazione comune a tutti, soprattutto ai giovani, sia quella di lasciar perdere i propri sogni e magari anche gli inviti che Qualcuno in alto può fare alla nostra vita. E allora l’invito è #guaiamollare! Abbiamo dei sogni, abbiamo una chiamata: seguiamoli fino in fondo, senza permettere che la paura ce lo impedisca!”.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Giovanni Stella).
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