Pieve di Soligo, l’istituto Casagrande a Lampedusa per commemorare le vittime dei naufragi

Il liceo Casagrande di Pieve di Soligo è stato tra le 60 scuole che, in occasione della sesta “Giornata della memoria” e dell’accoglienza a Lampedusa dello scorso giovedì 3 ottobre 2019, hanno commemorato le vittime del tragico naufragio avvenuto nelle acque lampedusane nel 2013.

Ancora una volta una delegazione di studentesse con Vittoria Colladet, Beatrice Collodel ed Elena Tomaselli, accompagnate dalla professoressa Enza Carbone, referente del progetto, sono giunte a Lampedusa a questo importante evento organizzato dal Miur e dal “Comitato 3 ottobre”.

“In un momento di polemiche sull’integrazione e sull’ospitalità nei confronti degli immigrati – raccontano dall’istituto superiore pievigino – gli studenti hanno cercato di raggiungere un giusto equilibrio tra il rispetto delle tradizioni del Paese accogliente e le esigenze degli immigrati. I ragazzi hanno scritto una fiaba a “più mani” da cui hanno tratto un video, contenente caratteristiche e personaggi provenienti dalle regioni che oggi sono afflitte dal fenomeno dell’emigrazione di massa, dando prova tangibile che la condivisione e l’integrazione possono dare nuovi e interessanti frutti”.

“L’obiettivo che si è voluto raggiungere con questo lavoro – concludono – è quello di promuovere la cultura dell’integrazione partendo da un momento di educazione e di apprendimento in cui la conoscenza e la convivenza tra i popoli diventano l’elemento fondante per la costruzione di una società multiculturale”.

CASAGRANDE

Il lavoro prodotto e presentato al concorso “Le porte di Lampedusa” è frutto di una cooperazione tra l’istituto “Marco Casagrande” e il “Gimnazija Banja Luka” della Bosnia Erzegovina.

Entrambe le scuole, infatti, sono interessate alla multiculturalità, alla valorizzazione della diversità culturale e della dimensione internazionale e alla promozione di un’educazione alla legalità e alla solidarietà.

Per gli studenti di entrambe le scuole, aver collaborato ad un progetto comune ha significato crescita personale, arricchimento culturale e linguistico, apertura mentale e attitudine alla tolleranza.

Dal 2014 ad oggi l’iniziativa ha coinvolto oltre 800 studenti provenienti da 150 scuole di 13 Paesi dell’Unione Europea. Quest’anno sono state presenti più di 60 scuole, provenienti da circa 20 Paesi europei, che hanno aderito al progetto “Le porte di Lampedusa”, grazie ad un bando promosso e finanziato dal Miur.

Nei tre giorni in cui i ragazzi hanno soggiornato nelle isole Pelagie hanno potuto visitare i luoghi degli sbarchi nei quali inizia la seconda vita di chi riesce ad attraversare il Mediterraneo, hanno discusso di migrazioni, tratta di esseri umani, minori stranieri non accompagnati e rifugiati con l’aiuto di esperti, giornalisti e addetti ai lavori, incontrando alcuni migranti.

“Essere state a Lampedusa – hanno raccontato le studentesse pievigine – ha significato prendere un impegno concreto. Siamo andate a Lampedusa per dire no a un mondo fatto di muri di filo spinato e di emarginazione. Siamo andate a Lampedusa perché vogliamo che l’Italia e l’Europa sappiano fare della diversità una fonte di arricchimento e perché vogliamo un mondo realmente inclusivo e di pace. Abbiamo fatto nostro lo slogan del comitato 3 ottobre: difendiamo i popoli non i confini”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione dell’istituto “Marco Casagrande”).
#Qdpnews.it

 

 

Total
0
Shares
Articoli correlati