Pieve di Soligo, maltrattamenti su minori al centro islamico: per l’accusa l’imam è ancora pericoloso

È appena iniziato l’iter processuale che sta interessando Omar Faruk, imam bengalese 36enne di un centro islamico di Pieve di Soligo, accusato di aver picchiato dei bambini che gli erano stati affidati per delle lezioni sul Corano (qui l’articolo).

Allontanato dalla provincia di Treviso a seguito di un provvedimento di divieto di dimora, l’uomo si trova ora in provincia di Venezia in attesa di capire come proseguiranno le indagini e quali saranno i prossimi sviluppi della vicenda processuale che lo vede, suo malgrado, vestire i panni dell’imputato.

Considerando i lunghi tempi del processo, lo stesso Faruk sta pensando di chiedere alla moglie incinta di trasferirsi con lui e i figli lontano da Treviso poiché la donna, che dovrebbe partorire nel prossimo mese di novembre, avrà sempre più bisogno del marito in questa fase così delicata della gravidanza.

Intanto, il sostituto procuratore Massimo Zampicinini, estrinsecando la volontà della pubblica accusa che vuole l’imam in carcere, ha presentato un appello contro l’ordinanza del gip del tribunale di Treviso, Gianluigi Zulian, nella quale era stata respinta la richiesta di custodia cautelare in carcere.

Secondo l’accusa, infatti, ci sarebbero gli estremi per ravvisare il pericolo di reiterazione del reato aggiunto al rischio di inquinamento delle prove.

L’uomo, sulla base dell’analisi fatta dal pubblico ministero, potrebbe tranquillamente decidere di tornare a insegnare in altri centri islamici o in altre moschee, continuando a perpetrare condotte violente nei confronti di minori, forte del fatto che in Bangladesh questa prassi non sarebbe assolutamente una rarità.

In secondo luogo, secondo l’accusa potrebbe sussistere anche il rischio di inquinamento delle prove perché non si può escludere che  Faruk possa mettersi in contatto con alcuni componenti della comunità bengalese di Pieve di Soligo per convincerli a negare ogni sua possibile responsabilità.

Una vicenda davvero delicata per la quale, molto probabilmente, si dovrà attendere a lungo per conoscere i dettagli delle tragiche esperienze vissute dai minori durante le lezioni sul Corano trasformate in un vero incubo ad occhi aperti.

Il gip Zulian, infine, ha escluso la violenza privata: l’unico capo d’imputazione rimasto è quindi il maltrattamento su minori.

Non essendo ancora chiara la strategia processuale che adotterà la difesa dell’imam pievigino, affidata all’avvocato Roberto Baglioni del foro di Venezia, ora si attende l’udienza del prossimo 2 ottobre che avrà come oggetto proprio la contestazione del contenuto dell’ordinanza che ha escluso la custodia cautelare per l’uomo.

In ogni caso, la volontà del legale di Faruk è quella di chiedere un interrogatorio per chiarire la posizione dell’imam che ha promesso di non insegnare più a nessun bambino il testo sacro della religione musulmana.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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