Si è conclusa martedì 8 ottobre 2019, a Valdobbiadene l’esperienza nella Marca Trevigiana di Marco “Osky” Togni, giovane “ambasciatore” di Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) che ha deciso di percorrere a piedi 6000 chilometri in 259 giorni per sensibilizzare gli italiani sulla sclerosi multipla.
Nelle tappe di Conegliano Veneto, Pieve di Soligo e Valdobbiadene, accolto sempre con gioia ed entusiasmo, Marco ha incontrato amministratori, associazioni, volontari ma anche tanta gente comune che non è rimasta indifferente al messaggio che ha voluto lanciare.
Il Quotidiano del Piave ha aperto con piacere le porte della sua redazione per confrontarsi con Marco “Osky” Togni sui suoi obiettivi futuri e per conoscere i dettagli della sua avventura.
Marco “Osky” Togni è un ingegnere di 36 anni di Finale Ligure, con la passione per il trekking, che ha deciso di dedicare il suo viaggio a piedi lungo lo Stivale a chi, a causa della malattia, spesso non può farlo.
L’Aism, con tutte le varie sezioni sparse per l’Italia, ha voluto sostenere la sua iniziativa seguendolo fin dalla partenza dal ponte Morandi a Genova.
In ogni tappa, Marco ha chiesto agli amministratori locali di firmare la Carta dei diritti delle persone con sclerosi multipla, per stimolare i Comuni italiani ad impegnarsi con azioni concrete a sostegno dei malati e delle loro famiglie.
Nessun vittimismo o eccessivo sentimentalismo ma solo tanta voglia di parlare dei problemi che ogni giorno le persone affette da sclerosi multipla devono affrontare.
Mentre Marco raccontava la sua storia, le volontarie di Aism Treviso non hanno nascosto la loro emozione che, soprattutto nella volontaria che si è occupata maggiormente del “soggiorno” di Marco nell’Alta Marca Trevigiana, Annalisa Todoverto, si è tradotta nella gioia e nell’orgoglio di essere riusciti ad accendere i riflettori in modo così importante sulla sclerosi multipla.
L’obiettivo di Marco, quando sarà finito il suo viaggio nelle regioni italiane, è quello di coinvolgere i giovani e le università in progetti che riguardino la sclerosi multipla affinché si possano superare i tabù di tanti ragazzi che, colpiti dalla malattia, tendono ad isolarsi sempre di più.
Quando arriva la notizia che in famiglia una persona ha la sclerosi multipla, spesso le reazioni sono caratterizzate soprattutto da paura, rabbia, sconforto e tristezza.
L’importanza di iniziative come quella della camminata del giovane ingegnere ligure, invece, fa capire ai malati di non essere soli ma di avere una comunità, degli amministratori e degli amici che decidono di accompagnarli in questo percorso difficile che, è bene ricordarlo, non mettere la parola “fine” proprio a nulla.
Per questo, progetti come quello di Marco devono essere accompagnati da investimenti seri e lungimiranti nella ricerca per migliorare la vita delle persone che devono convivere con la sclerosi multipla e delle loro famiglie.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © ripoduzione riservata).
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