Durante il consiglio comunale di Pieve di Soligo dello scorso martedì 28 dicembre è stata anticipata l’intenzione dell’amministrazione comunale di richiedere un incontro con il Comune di Refrontolo per poter valutare gli effetti di un processo di fusione fra i due enti.
In questi giorni la notizia è circolata in paese, condizionando il “dibattito di Capodanno” in città, e il primo cittadino Stefano Soldan ha detto che questa soluzione sarebbe “una prima vera forma di autonomia concreta e non parlata”.
“Uno dei punti all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale era il rinnovo della gestione associata delle funzioni con il Comune di Refrontolo – spiega il sindaco di Pieve di Soligo -, un’esperienza che dal 2012 ha visto progressivamente le due amministrazioni mettere insieme personale, mezzi e strutture in un processo di condivisione. Il punto all’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità dai consiglieri comunali e prevede che questa gestione prosegua anche per il 2022”.
“Nel corso del dibattito in consiglio – prosegue – è stata anticipata l’intenzione dell’amministrazione di richiedere un incontro all’amministrazione di Refrontolo per poter valutare gli effetti di un processo di fusione dei due enti. Sulla base di queste considerazioni e di vari confronti avvenuti nei mesi scorsi nella maggioranza, è stata inviata una richiesta al sindaco di Refrontolo, richiedendo un incontro tra le due amministrazioni”.
“L’esperienza della gestione associata è sicuramente positiva e ha portato vantaggi in termini di servizi per i cittadini – conclude – Tuttavia alcune criticità gestionali permangono per il raddoppiarsi degli adempimenti che rallentano pesantemente l’azione dell’amministrazione. Da qui nasce la necessità di affrontare questa situazione, consapevoli che entrambe le comunità desiderano preservare la propria identità, a partire dai nomi stessi. Ritengo che questo sia possibile: d’altro canto va ben considerato che, se questa soluzione trovasse accoglimento, i benefici fiscali sarebbero enormi”.
Negli scorsi mesi anche nel Comune di Cornuda si è tornato a parlare della possibilità della fusione con il vicino Comune di Crocetta del Montello (leggi l’articolo) mentre in Valcavasia si riflette sull’ottimizzazione e la condivisione dei servizi, teoria su cui si sofferma il recente studio di fattibilità sulla fusione tra i Comuni di Cavaso del Tomba, Possagno, Castelcucco, Monfumo e Pieve del Grappa (qui l’articolo).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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