Per i cittadini di Pieve di Soligo (18) che hanno aderito all’edizione 2021 del progetto “Ridiamo il sorriso alla Pianura Padana” è ormai prossima la consegna gratuita da parte dell’amministrazione comunale delle piante arboree e arbustive attese.
Si tratta complessivamente di 151 giovani alberi, divisi in tre diversi gruppi in relazione alla taglia raggiunta una volta adulti.
“Ogni albero – afferma l’assessore all’ambiente, Giuseppe Negri -, per il solo fatto di crescere, contribuisce all’assorbimento di Co2 e Pm 2.5: è quindi indispensabile nella lotta ai cambiamenti climatici e al miglioramento della qualità dell’aria, apportando grande beneficio alla comunità locale e al paesaggio. È un programma fondamentale per la valorizzazione dell’ambiente in cui viviamo, facile da attuarsi e da condividere il più possibile”.
“Proprio per queste importanti valenze – conclude -, se il progetto ‘Ridiamo il sorriso alla Pianura Padana’ si rinnoverà anche il prossimo anno, l’amministrazione comunale di Pieve di Soligo non mancherà di aderire nuovamente. Un grazie va quindi a tutti i cittadini che hanno accettato di aderire a questo straordinario progetto, che è un investimento per il nostro futuro”.
Nel gruppo 1 ci sono alberi di prima grandezza (quercia, frassino, bagolaro, tiglio): sono 47 alberi destinati a diventare, a maturità, alti 20-30 metri e con un notevole sviluppo della chioma, se lasciati crescere, come di norma avviene, a sviluppo libero.
Questi alberi sono vocati al cosiddetto “alto fusto”, non vengono cioè di solito ceduati alla base (tagliati alla base durante l’inverno), ma eventualmente solo potati.
Esempi di queste specie sono le querce, i frassini, il bagolaro e i tigli; il carpino bianco, che pure se lasciato a libero sviluppo può divenire, in tempi molto lunghi e in condizioni ambientali idonee, un grande albero, è inserito nel secondo gruppo perché tali condizioni in gran parte dei casi non si verificano.
Nel gruppo numero 2 ci sono alberi di seconda grandezza (acero campestre, carpino bianco, sorbo, melo selvatico): sono 65 alberi destinati a diventare, a maturità, alti fino a 15/20 metri; lo sviluppo della chioma è più limitato del gruppo precedente.
Alcuni si prestano ad essere ceduati o variamente potati per contenerne lo sviluppo (acero campestre, carpino bianco), altri vanno convenientemente lasciati a sviluppo libero (sorbi, melo selvatico).
Nel gruppo 3 ci sono arbusti (biancospino, prugnolo, sanguinella, lantana): sono 39 arbusti, diversamente dagli alberi che, se non ceduati, hanno un fusto unico fino ad una certa altezza, i quali sono divisi in più fusti minori fin dalla base o poco più in su.
Spesso hanno fiori vistosi e bacche, in certe specie (ad esempio biancospino, prugnolo) i rami sono spinosi.
Raggiungono dimensioni massime minori (6-7 metri, più spesso meno) e possono essere variamente potati per contenerne lo sviluppo. In tal caso possono anche essere coltivati in fioriere, purché sufficientemente profonde (40 centimetri almeno, con dimensioni in proporzione). Esempi di arbusti sono il biancospino, la sanguinella e la lantana.
Una volta ritirati alberi e cespugli richiesti, ai cittadini partecipanti non resterà che piantarli all’interno del proprio giardino o podere e curarli affinché possano crescere sani e rigogliosi: questo è l’unico impegno richiesto.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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