“L’humilitas sempre richiamata e vissuta da Papa Luciani è un messaggio sempre attuale e contrasta la moderna ossessione per i ‘followers‘ e i ‘like’ dei social, sul cui altare si sacrificano, talvolta, vite, persone, ore di lavoro e di sonno, e purtroppo spesso si immola anche la verità, del dire e del pensare“.
Nella ricorrenza della prima memoria liturgica del Beato Giovanni Paolo I – a 45 anni dall’elezione a pontefice –, il cardinale Beniamino Stella, già postulatore della causa di beatificazione, ha presieduto nel pomeriggio di ieri, sabato 26 agosto, la cerimonia in piazza a Canale d’Agordo: egli ha usato il tema dell’umiltà – stemma e motto episcopale di Luciani – come lezione di vita e del modello di santità di Giovanni Paolo I, proclamato beato da Papa Francesco il 4 settembre 2022.
Proprio attorno all’umiltà il prete bellunese incentrò le sue riflessioni “in vari momenti importanti della sua vita e del magistero di vescovo, di patriarca e poi anche di pontefice – ha detto Stella – non per scarsa originalità, ma perché erano il ‘chiodo fisso’ a cui aveva ancorato la sua esistenza di credente“.
L’appello di Stella: “Un linguaggio umile e ricco di umanità, nel rispetto di tutti”
Ricordando che gli insegnamenti di Giovanni Paolo I, pronunciati 45 anni fa, sono ancora validi nel mondo della comunicazione e dell’educazione, Stella ha lanciato un forte appello alle centinaia di persone che gremivano Piazza Papa Luciani: “Impariamo dal Beato a usare un linguaggio umile, ricco di bella umanità. Eliminiamo dalla nostra bocca l’arroganza, la prepotenza, l’esibirsi da primi della classe, che sanno tutto e hanno sempre da insegnare agli altri”.
“Lo vorrei dire, con rispetto e garbo – ha proseguito il porporato pievigino – anche a chi si presenta armato di microfono, o davanti a una telecamera, o su un canale social. Non facciamo a gara per chi la dice ‘più grossa’, per chi è capace di offendere più in profondità, per chi fa più colpo, o peggio, per chi è più bravo a mentire. Teniamoci lontano da un linguaggio che non useremmo davanti ai bambini. Impariamo a essere nobili nelle parole e nei gesti, rispettosi degli anziani e dei piccoli, a dare buon esempio come genitori, a seminare le nostre giornate di piccole opere buone“.
Stella ha ricordato poi come le tre virtù teologali – fede, speranza e carità – siano state al centro delle catechesi delle udienze dei mercoledì di settembre, prima della prematura scomparsa, avvenuta il 28 settembre 1978, a 34 giorni dall’elezione.
“I santi vanno imitati – ha concluso Stella -! Guardando a Papa Luciani, portiamoci a casa l’invito di copiarne una virtù, una caratteristica, un gesto, una memoria che ci ha attirato e conquistato il cuore”.
La cerimonia è stata aperta dall’intervento del vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni, che ha espresso i sentimenti di “stupore per il dono di papa Luciani, che accogliamo con umiltà e gratitudine, come egli stesso ci ha insegnato”, e concelebrata da una decina di sacerdoti: tra loro, accanto a Stella e Marangoni, don Davide Fiocco – del consiglio di amministrazione della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, delegato diocesano per le cause dei santi nonché incaricato di Belluno-Feltre per la canonizzazione di Luciani – e poi per la diocesi di Vittorio Veneto monsignor Giuseppe Nadal, arciprete di Pieve di Soligo.
Presenti alla celebrazione rappresentanti del mondo istituzionale, culturale e sociale: nelle prime file i sindaci di vari Comuni del Bellunese, a partire dal primo cittadino di Canale d’Agordo Massimo Murer, affiancato dal vicesindaco Marilisa Luchetta. Con loro il sindaco emerito Flavio Colcergnan e il direttore del Museo Albino Luciani – Musal Loris Serafini. Dalla diocesi di Vittorio Veneto, presente una delegazione dell’Istituto Beato Toniolo.
Murer ha preso la parola al termine della messa esprimendo la gratitudine della comunità al cardinale Stella, cittadino onorario – acquirente e donatore alla diocesi di Vittorio Veneto della Casa natale – tanto impegnato a favore della figura di Luciani, e alla rete di volontari che ha partecipato generosamente all’organizzazione dell’evento.
Durante tutto il rito è stata esposta la reliquia di Luciani, portata sull’altare di Piazza San Pietro durante la beatificazione, uno scritto di ordine spirituale del 1956 dell’archivio privato di Luciani sul tema delle tre virtù teologali con riferimento all’umiltà. Il vescovo Marangoni ha letto il testo della preghiera per la canonizzazione del Beato Luciani.
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