E’ stata presentata questa mattina a Treviso l’ottava edizione del Protocollo Viticolo, un documento stilato (scaricabile qui) da una commissione di esperti del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg che si propone di promuovere un sistema virtuoso di difesa integrata della vite. Obiettivo cardine del documento, l’eliminazione progressiva di pratiche e di molecole considerate troppo impattanti per l’ambiente a favore di forme di agricoltura meno invasive.
“Si tratta di un protocollo per i produttori, rivolto quindi agli oltre tremila viticoltori della zona del Conegliano Valdobbiadene – spiega il presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Innocente Nardi – un territorio che vuole essere un laboratorio di sostenibilità per la viticoltura italiana e mondiale. Sono state prese al riguardo delle importanti decisioni, dal 2011 ad oggi, e questo protocollo si propone come il perno dell’attività di sostenibilità che il Consorzio porta avanti”.
Nel 2013 l’esclusione di tutte le formulazioni contenenti prodotti a base Folpet, Mancozeb, Dithianon e diverse altre sostanze, ora la sinergia tra i 15 Comuni della denominazione ha portato alla decisione unanime di eliminare il glifosate a partire dalla data del 1° gennaio 2019. “Una decisione importante e qualificante – sottolinea Nardi – che si basa su passi certi e concreti, non su dei proclami. Non credo esistano altre realtà che a livello europeo abbiano fatto altrettanto”.
“Ogni anno a seconda delle esigenze del territorio cerchiamo di portare all’interno del protocollo un numero maggiore di iniziative – spiega Luca Dal Bianco, coordinatore della commissione Protocollo Viticolo – e il suo scopo è proprio quello di regolare questa rivoluzione viticola, sempre più ecocompatibile”.
All’interno del protocollo trovano così spazio le classificazioni dei diversi prodotti che si possono utilizzare, tenendo come punto di riferimento di partenza le linee guida della Regione Veneto, alle quali si aggiungono ovviamente le regole, più restrittive, proposte dal Consorzio.
Allo sviluppo progressivo del Protocollo corrispondono così altrettanti passi avanti da parte delle aziende vitivinicole e ogni anno vengono monitorate, anche grazie al supporto del Cirve, le loro azioni in ambito di sostenibilità.
Numeri alla mano, emerge un aumento di oltre il 30 percento rispetto al 2011 di interventi di restauro e mantenimento del patrimonio architettonico, così come è significativo il dato relativo alla piantumazione in prossimità dei vigneti di nuove formazioni di alberi ed essenze arbustive, volte ad arricchire la biodiversità del paesaggio e dell’ecosistema viticolo. Sempre intorno al 30 percento è l’investimento in risorse energetiche rinnovabili, che grazie al loro utilizzo, hanno risparmiato all’ambiente circostante l’emissione di alcune migliaia di tonnellate di anidride carbonica.
“Ad oggi – commenta Vasco Boatto, professore dell’Università di Padova e responsabile del Centro studi di Distretto – oltre l’85 percento dell’aziende segue le indicazioni del protocollo per quanto riguarda la produzione, mentre dal punto di vista della commercializzazione il dato è circa del 75%. C’è ancora del lavoro da fare, ma lo sforzo è stato premiato”.
E strettamente collegata con il tema della sostenibilità ambientale è la salute dei cittadini. Secondo i dati illustrati dal direttore del Servizio igiene sanità pubblica Ulss 2 Sandro Cinquetti l’ambiente, una sorta di termine generale che comprende fattori come la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, determina per il 20 per cento la salute dell’uomo.
Una percentuale che non deve passare in secondo piano nelle osservazioni tecniche: “L’ambiente attorno a noi deve essere oggetto di miglioramento – spiega Cinquetti – e per questo motivo i passi avanti compiuti dal protocollo non possono che essere positivi ed essere visti con grande favore”.
Tra tutti, gioca un fattore chiave la qualità dell’acqua potabile disponibile per i cittadini: “Nel nostro territorio, averla priva di glifosate e di altre molecole ad impatto chimico – conclude – è un elemento di importante, proprio per il suo ruolo determinante nella salute dei cittadini”.
(Nella foto in alto, da sinistra: Dal Bianco, Nardi, Boatto e Cinquetti).
(Fonte: Giada Fornasier © Qdpnews.it).
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