La risposta di Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene docg, non ha tardato ad arrivare in merito alle riflessioni critiche di Mattia Perencin, sindaco di Farra di Soligo, sulla necessità di attribuire maggior valore a tutto il “cuore” delle colline Unesco anche per impedire l’abbandono delle “rive eroiche”.
“Attribuire un valore diverso al prodotto dei vigneti delle colline di Farra di Soligo rispetto agli altri vigneti è una questione estremamente importante, che solo il mercato può riconoscere e quindi che esula dalle facoltà del presidente del Consorzio o del presidente della Regione o della dottoressa Montedoro” puntualizza subito Nardi nella lettera.
“Certamente il Consorzio ha il compito di garantire l’equilibrio della domanda e dell’offerta dell’intera denominazione, funzione attribuitagli dalla legge – precisa Nardi -. È sempre compito del Consorzio contrastare i deprecabili comportamenti speculativi che danneggiano la credibilità della denominazione. Le recenti misure, adottate dall’assemblea dei soci di questo Consorzio per la prossima vendemmia, sembrano aver già raggiunto i primi obiettivi, visto che sono rientrati i comportamenti speculativi di qualche operatore che agiva in una logica volta “al ribasso”, cogliendo gli effetti economici della crisi pandemica”.
“Infatti il mercato, proprio in queste settimane, sta riattribuendo il corretto valore economico al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – continua – e le misure adottate dal Consorzio hanno l’obiettivo di garantire ai prodotti della vendemmia 2020 gli stessi valori della scorsa annata”.
Per quanto riguarda la necessità di valorizzare le “rive” Nardi specifica: “La viticoltura eroica è stata portata alla ribalta e comunicata dal Consorzio con l’obiettivo di far conoscere le differenze di prodotto, poiché siamo certamente consapevoli che la collina non è la pianura. Il supportare l’azione del Presidente Zaia, volta all’ottenimento del riconoscimento delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio dell’Umanità, è stato un obiettivo perseguito dal Consorzio volto ad incrementare il valore”.
Inoltre Nardi precisa: “Le recenti modifiche al disciplinare dell’area che delimita la menzione Rive sono una premessa fondamentale per la valorizzazione del duro lavoro nei vigneti particolarmente impervi“.
Verso la fine della lettera di Nardi emerge una provocazione diretta a Perencin: “Soprattutto in questi momenti è compito delle generazioni più giovani, siano esse amministratori pubblici o imprenditori, contribuire con il proprio coraggio a disegnare il futuro con conoscenza e coerenza. Sventolare la paura non ci permette di costruire il futuro, anzi ci danneggia gravemente“.
“Sono ben consapevole – conclude Innocente Nardi -, come presidente e come viticoltore che opera nelle colline di Farra di Soligo, dell’impegno e delle difficoltà che richiedono i vigneti posti sui ripidi e meravigliosi pendii. È proprio per questo che il Consorzio si è impegnato per valorizzare le realtà più difficili e condotte dai piccoli produttori, esaltando le specificità locali e l’insostituibile fattore umano. A noi, che abbiamo la fortuna di coltivare questi vigneti, tra i più apprezzati d’Italia, spetta il compito di essere all’altezza dei nostri padri“.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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