La bellezza di Solighetto, e del paesaggio collinare in cui è immersa, non è passata inosservata agli occhi di National Geographic. Nei giorni scorsi la rivista di viaggio ha dedicato una pagina alla frazione di Pieve, soffermandosi sui dettagli architettonici e naturalistici che la caratterizzano, allargando poi lo sguardo a quanto di bello (e buono) si possa trovare nei dintorni.
“Se mai ci fosse un paesaggio che ti fa venire voglia di stappare una bottiglia di vino speciale, sarebbe quello del Veneto, nel nord est dell’Italia, dove le Dolomiti ‘s’increspano’ verso il mare Adriatico”. Inizia così l’articolo (in inglese) su National Geographic Traveller che non è sfuggito all’attenzione del sindaco Stefano Soldan e di Cristina Da Soller, primo cittadino del Comune di Cison di Valmarino (in copertina c’è uno scorcio di Rolle).
“In Veneto fra i vigneti” è il titolo del pezzo che, con linguaggio poetico, ritrae Solighetto come “un pittoresco villaggio con un ritmo di vitta tutto suo” (a quaint, cobbled village that moves to its own beat).
Solighetto viene descritta come una località circondata da colline vitate, “dove si celebrano i semplici piaceri della vita” che vanno dall’espresso mattutino al bar fino alla cena in un’osteria tipica, occasione per gustare “un calice dello straordinario Prosecco Superiore Docg” (nel pezzo si cita la storica azienda locale Albarossa Vini).
L’articolo si sofferma sulla suggestiva passeggiata lungo il fiume Soligo “costeggiando mulini e cascatelle” (fa riferimento a Borgo Stolfi), fino ad arrivare a Villa Brandolini, dove cogliere l’essenza della “dolce vita dei conti Brandolini che qui piantarono le loro viti di glera”.
National Geographic Traveller s’inoltra poi nella descrizione delle bellezze naturalistiche della zona fra “valli spianate dai fiumi” e “colline patrimonio dell’Umanità, luogo vocato alla produzione del Prosecco e popolato da piccole aziende vinicole a conduzione familiare”.
Dal “cuore delle colline Unesco di Conegliano Valdobbiadene”, così viene definita Solighetto, si parte alla scoperta dei ciglioni e dell’intreccio della bellussera: “tecnica che dona al paesaggio quel tipico aspetto a nido d’ape”.
Nell’articolo viene citato anche il Duomo di Santa Maria Assunta, che vale una visita per la sua bellezza architettonica a per ammirare l’altare cinquecentesco di Francesco da Milano. Non mancano poi i riferimenti alle peculiarità dei comuni limitrofi quali l’eremo di San Gallo (a Farra di Soligo): “un punto di osservazione privilegiato sul paesaggio sulle Colline”; e poi al ” fascino rinascimentale di Valdobbiadene” e al castello di Conegliano.
L’autore del pezzo dona infine al lettore un consiglio sui mezzi ideali per immergersi nel paesaggio delle Colline, meta vocata al turismo slow, “da visitare a passo lento, in bicicletta o in sella ad una moto percorrendo la Strada del Prosecco, senza farsi mancare le dovute tappe nelle cantine locali”.
“È stata una bella sorpresa scoprire questo articolo – commenta Soldan –, che conferma l’attrattività del nostro territorio e anticipa le grandi possibilità di sviluppo che passano necessariamente attraverso il recupero del costruito e degli antichi borghi che diversamente sarebbero destinati a un lento decadimento. Fa piacere che parte di questa attenzione si sia focalizzata proprio su Solighetto”.
Proprio i borghi infatti sono al centro di un progetto, citato a margine dell’articolo di National Geographic Traveller, lanciato da “Its Italy”, società londinese specializzata nella riqualifica di immobili storici, che dal 2020 è impegnata nella divulgazione dei piccoli villaggi italiani da scoprire al di fuori dei principali flussi turistici.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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