Tragedia all’Isola dei Morti, le donne dell’amministrazione comunale di Pieve di Soligo: “Troppo spesso leggiamo la parola raptus”

La tragica morte di Elisa Campeol, uccisa a coltellate mentre stava prendendo il sole all’Isola dei Morti di Moriago della Battaglia, ha turbato profondamente la comunità dell’Alta Marca Trevigiana.

Oltre al dolore e alla rabbia per una giovane vita spezzata in modo così brutale, questa triste vicenda ha spinto molte persone a una riflessione sulla violenza nei confronti delle donne e sull’utilizzo di certi termini in queste situazioni.

Per questo le donne del consiglio comunale di Pieve di Soligo, Elena Bigliardi, Luisa Cigagna, Valentina Dorigo, Valentina Lucchetta, Silvia Mazzocco e Alexa Spina, hanno voluto trasmettere un messaggio forte perché nessuno deve rimanere indifferente a queste tragedie.

“Colpite profondamente dalla tragica morte della nostra concittadina Elisa Campeol, noi donne che sediamo in consiglio comunale a Pieve di Soligo vogliamo spogliarci di qualunque titolo e appartenenza politica ed esprimere congiuntamente il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia – si legge nel messaggio delle consigliere comunali pievigine – Quello che è accaduto il 23 giugno lascia un enorme vuoto personale e sociale che ci porta a riflettere su quello che davvero sta succedendo nella nostra società”.

“Siamo portati a pensare che certe tragedie non possano mai accadere vicino a noi, eppure Elisa è stata uccisa fuori dalla nostra porta di casa – aggiungono – Sarebbe potuto succedere a chiunque, uomo o donna”. 

Gli approfondimenti degli inquirenti ci raccontano che l’omicida ha compiuto un gesto folle solo per rabbia, senza alcun motivo apparente. Un raptus, insomma. Elisa ha lottato e ha cercato di difendersi, ma non ce l’ha fatta. Il suo aggressore è stato più forte, più veloce.

“Pur condannando qualsiasi tipo di violenza e non potendo ancora sapere se in questo caso specifico si sia trattato di ‘femminicidio’, di certo quello che è successo non può non averci fatto venire in mente che troppo spesso leggiamo la parola ‘raptus’, nei quotidiani, legata all’uccisione di una moglie, di una compagna e di una ex – spiegano – Un gesto estremo che però, il più delle volte, arriva dopo un lungo periodo di violenze e soprusi. Non ricordiamo mai abbastanza che la violenza contro le donne è un fenomeno strutturale della nostra società. Si pensa di poter fare violenza contro di loro proprio in quanto donne, e quindi oggetti, mere proprietà”.

Le consigliere comunali pievigine hanno sottolineato che ogni atto di violenza contro le donne è un atto contro l’umanità e che con ogni gesto di violenza contro di loro si compiono passi indietro nel cammino di conquista del rispetto reciproco.

“Noi tutte, nel nostro ruolo, stiamo mettendo in campo delle iniziative per fare in modo che le donne possano sentirsi tutelate, libere e sicure – concludono – perchè nessun’altra concittadina possa essere vittima di violenza, di qualsiasi genere e per qualsiasi causa. La violenza non è mai giustificabile e non bisogna mai girare la testa dall’altra parte. Bisogna combattere contro ogni forma di violenza di cui si viene a conoscenza”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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