In occasione di una conferenza stampa indetta in municipio nella mattinata di oggi, sabato 1 ottobre, il sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan, ha inteso ripercorrere le tappe che hanno condotto alla mancata fusione con il Comune di Refrontolo e alla decisione di interrompere il prossimo 31 dicembre la gestione associata delle funzioni con questo stesso Comune. Decisione che non segnerebbe però uno “stop” per un eventuale percorso di fusione in futuro, come ha ribadito il primo cittadino.
Soldan ha commentato il diniego ricevuto dall’amministrazione di Refrontolo per una fusione futura tra i due Comuni: “Un rifiuto che non trova motivazioni. Non vogliamo mangiare una comunità. Da notare che il nostro parroco è lo stesso di Refrontolo, quindi una fusione la Chiesa l’ha già fatta”.
Un “efficientamento delle strutture”, un unico consiglio comunale, l’unione di capitale con un solo bilancio sono le motivazioni alle base della volontà di intraprendere il percorso di fusione, secondo quanto riferito da Stefano Soldan, aggiungendo che il referendum proposto a Refrontolo su tale tema sarebbe stato finanziato dalla Regione, senza quindi un esborso per le amministrazioni coinvolte.
“Di fronte a una reazione politica di questo tipo, è giusto che noi pensiamo di più ai cittadini di Pieve – ha affermato Soldan, dichiarando la consapevolezza che la mancata fusione potrebbe provocare delle ripercussioni sullo stato di avanzamento dei progetti – Avevamo l’impressione che il Comune più grande fosse soccombente alle richieste del Comune più piccolo”.
Soldan ha quindi affrontato la questione anche sul piano economico, fornendo il calcolo del contributo statale per un’eventuale fusione, che avrebbe portato al neonato Comune unico un milione e 445.932,38 all’anno per dieci anni, soldi che secondo il primo cittadino di Pieve rappresenterebbero la possibilità di dare “ulteriori servizi e opere alla comunità”.
In merito alle dichiarazioni rilasciate pubblicamente dal sindaco Mauro Canal sulla faccenda, Soldan ha affermato di non condividerne l’atteggiamento e la “mancanza di rispetto di fronte alle proposte avanzate”. “La nostra non è una scelta politica ma tecnica, di fronte al doppio degli adempimenti a cui è sottoposto il personale – ha proseguito – Credo che la nostra sia la più sincera delle fusioni proposte: il tema economico non è quello preminente, ben mi guarderei di fare una fusione con un Comune con il quale non ho condiviso nulla. Quelli con Refrontolo sono stati 10 anni semplici e ora abbiamo perso un’occasione”.
“Tuttavia questo è un episodio che non cambia i rapporti con il sindaco Canal e il Comune di Refrontolo – ha continuato – Ci tenevo a chiarire tutto ciò, considerato che ci vuole una corretta informazione e non le dicerie da osteria, dove si sente, ad esempio, che con la fusione la prima cosa a saltare sarebbe il Palio delle botti. Gli unici ad accorgersi della fusione sarebbero stati i ragionieri e il corpo politico: l’unica cosa che succederebbe è che Refrontolo diventerebbe una frazione, senza perdere nulla. Alle prossime amministrative, una persona di Refrontolo potrebbe benissimo presentarsi per diventare il nuovo sindaco di Pieve di Soligo”.
All’ultimo consiglio comunale, il sindaco Mauro Canal aveva annunciato la propria intenzione di volersi recare in Regione, per affrontare il tema della fusione e chiedere che i cittadini vengano informati meglio sulle caratteristiche del percorso e in cosa consiste, osservando che la fusione deve coinvolgere dei Comuni paritari (qui l’articolo).
“Vada pure – ha commentato Soldan, ribadendo che l’unione dei due Comuni avrebbe visto una fase di accompagnamento da parte dei funzionari della Regione -. Non credo che la fusione debba avvenire tra due Comuni uguali. Noi interrompiamo la gestione associata perché non riusciamo più a risolvere i problemi in altra maniera: da un lato questo aiuterà la popolazione di Refrontolo a capire la differenza”.
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