Un 2 Giugno indimenticabile per Pieve di Soligo: festeggiati la Repubblica, il restauro del Duomo e la riqualificazione di piazza Balbi Valier

Pieve di Soligo si è vestita a festa oggi 2 giugno, nel giorno del 76esimo compleanno della Repubblica italiana: alla consueta manifestazione istituzionale la città ha unito l’inaugurazione dell’esito dei lavori al Duomo di Santa Maria Assunta e della riqualificazione di piazza Balbi Valier.

La cerimonia è iniziata nel parco di via 2 Giugno, dove si sono radunate per l’Alzabandiera le autorità, i rappresentanti delle associazioni e degli istituti scolastici pievigini presenti con la bandiera – il Collegio Balbi Valier e l’istituto superiore “Marco Casagrande” – e tanti cittadini.

Il corteo ha fatto tappa al Monumento dei Caduti, dove è stata deposta la corona di alloro, e si è poi diretto verso il Duomo. La messa è stata officiata dal cardinale pievigino Beniamino Stella e concelebrata dall’arciprete don Giuseppe Nadal e da molti sacerdoti diocesani: nell’omelia, il porporato ha voluto rimarcare il suo legame speciale con “la sua Pieve di Soligo, la sua gente, la sua storia e le sue tradizioni”.

“Sono contento di essere qui oggi per le inaugurazioni dei lavori di restauro del Duomo, a noi così caro, e della nostra piazza cittadina – ha affermato Stella -: due luoghi di incontro e socialità, che hanno plasmato e continuano a plasmare il nostro essere cristiani e cittadini di questa terra. Custodire e valorizzare i nostri simboli ci aiuta a ravvivare e a rafforzare la nostra identità”.

“Oggi fare festa insieme per noi significa coniugare passato, presente e futuro – ha proseguito – un passato di grandi sacrifici, segnato dal passaggio di molte personalità illustri, un capitale di cui siamo debitori e che desideriamo custodire; un presente solitario e fraterno, che esige un senso di responsabilità; infine, fare festa oggi ci proietta in un futuro, consapevoli che celebriamo valori ed esempi da consegnare alle generazioni che verranno dopo di noi”.

Alla fine della concelebrazione eucaristica ha preso la parola il vicepresidente del consiglio pastorale di Pieve di Soligo Sergio Pansolin, che ha fatto memoria della storia del Duomo, dalla benedizione della prima pietra nel 1905, e ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a questo lavoro, in particolare i tanti benefattori che hanno generosamente sostenuto l’opera.

Il vicario parrocchiale don Luca Soldan ha letto il messaggio del vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, che ha espresso il proprio “plauso e compiacimento per l’inaugurazione dei lavori di restauro del Duomo e delle altre strutture parrocchiali”, unitamente “all’augurio che l’opera contribuisca a far crescere l’affetto e la coesione alla vita della comunità di Pieve di Soligo”.

L’ingegnere Pasquale Cacciatore ha descritto i lavori svolti e annunciato la volontà di realizzare un “percorso museale sui matronei”: “Ha già ottenuto l’autorizzazione dalla Soprintendenza – ha affermato – e sarà destinato a ospitare oggetti e arredi sacri, statue e gessi della scultrice pievigina Marta Sammartini, mentre una parte sarà riservata alla devozione del Beato Giuseppe Toniolo”.

Come annunciato nei giorni scorsi (qui l’articolo), la parrocchia di Pieve di Soligo ha voluto dedicare i lavori di restauro a Giuseppe Toniolo, nel decennale della sua beatificazione. Il legame tra questa terra e il sociologo ed economista cattolico, le cui spoglie sono custodite proprio nel Duomo pievigino, è stato rimarcato nell’intervento di Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”: “Pieve di Soligo è diventata sempre più la città del Beato Toniolo, stimata e riconosciuta come realtà di radici cristiane, di vite illustri, di ingegno, talento e laboriosità, di cultura che ispira, crea e dona vita buona per tutti”.

“Questo Duomo – ha proseguito – è oggi la casa rinnovata, più sicura, bella e ospitale, che il cristiano laico Giuseppe Toniolo ha frequentato assiduamente con fede e devozione, traendo alimento, forza e amore per il suo ‘pensiero – azione’, per la sua idea alta di economia al servizio dell’uomo, per la sua visione di libertà, giustizia e sussidiarietà, cooperazione, solidarietà, democrazia sociale, pace e bene comune”.

Ha quindi preso la parola il sindaco Stefano Soldan che ha sottolineato come il “lavoro della nostra comunità e del territorio impegnato nella salvaguardia del bello” sia espressione del primo articolo della Costituzione – “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” -. “Con le inaugurazioni di oggi celebriamo la grande attenzione alla nostra storia e la tutela del nostro patrimonio artistico” ha concluso.

L’assemblea si è dunque spostata nel sagrato, dove il cardinale Stella ha impartito la benedizione ai restauri del Duomo, trasferendosi poi oltre il Soligo per la cerimonia di inaugurazione della “nuova” piazza Balbi Valier.

I saluti da parte della presentatrice Adriana Rasera sono andati a tutta la platea e agli ospiti sul palco partendo dal cardinale Stella e proseguendo con il consigliere regionale Alberto Villanova, il sindaco Stefano Soldan con la giunta e amministrazione al completo, l’architetto Gianpaolo Pradal, il vicepresidente della Provincia di Treviso Martina Bertelle, il capitano Francesco Galante dei Carabinieri di Vittorio Veneto, il luogotenente Alberto Bosco dei Carabinieri di Pieve di Soligo, il comandante della Polizia locale Giampietro Caronello, i sindaci e assessori dei Comuni vicini, il vicepresidente dell’associazione Colline Unesco nonché primo cittadino di Tarzo Vincenzo Sacchet, il sovrintendente dei beni architettonici del Veneto Fernando Fiorino, i rappresentanti di scuole, associazioni e tutte le imprese edili e di costruzioni.

Il sindaco Soldan ha subito dichiarato di essere soddisfatto di aver restituito gli spazi della piazza ai cittadini: “Oggi ci riappropriamo di una piazza accessibile a tutti. Ci siamo impegnati in un piano di abbattimento di barriere architettoniche perché troppo spesso abbiamo costruito in maniera superficiale o con poca attenzione alle necessità quotidiane della comunità”.

Il primo cittadino ha voluto rendere un grazie particolare anche a tre concittadini che hanno avuto uno spiccato coinvolgimento economico, morale e civile: sono stati chiamati sul palco per ricevere una targa dedicata il dottor Samuele Schiratti, l’imprenditore Raffaele Mazzucco e il dottor Armando Sech.

Schiratti, premiato per avere voluto e finanziato il progetto soprattutto nella parte dell’eliminazione delle barriere architettoniche, ha così spiegato il suo impegno: “La famiglia Schiratti ha vissuto la piazza attivamente fin dal 1885. Abbiamo sempre avuto un grande senso di comunità quindi io, come quinta generazione, ho voluto sostenere questo progetto anche in memoria dei miei genitori”.

La seconda targa è andata all’imprenditore pievigino Raffaele Mazzucco, di BiemmeReti: “Io sono nato a Pieve di Soligo, così come i miei genitori e mia moglie. Ci siamo sposati qui e i miei figli hanno studiato a Pieve, la mia azienda è nata qui quindi ho ritenuto doveroso ringraziare la comunità che ci ha accolto dando il mio contributo”.

Armando Sech è l’ultimo grande benefattore della città premiato, ma non ha potuto essere presente per ritirare la targa.

“Un grazie a due persone senza le quali l’idea non sarebbe mai nata – ha poi continuato il sindaco – l’architetto Pradal, che con il suo studio ha risolto molte sfide difficili, e l’assessore Giuseppe Negri che da sempre ha seguito personalmente il cantiere, ogni giorno fino alla fine dei lavori”.

I saluti e i complimenti per i restauri del Duomo e della piazza sono arrivati anche dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha espresso tramite una lettera letta dal sindaco il dispiacere di non essere presente ma ha evidenziato l’importanza dell’evento, che grazie alla dedizione e al sinergico lavoro di squadra vede concretizzarsi i sensi più profondi e gli autentici valori che rispondono al concetto di tutela della memoria del territorio.

“Questi due luoghi, sebbene distinti per natura e funzionalità, sono interconnessi con la storia di Pieve di Soligo, ne incarnano l’identità rappresentandone gli orizzonti storici e culturali” ha letto Soldan.

Il progettista e direttore dei lavori Gianpaolo Pradal ha esplicitato il ringraziamento al Comune per avergli assegnato il lavoro di restituire un’identità alla piazza: “Prima era decisamente sbilanciata verso la viabilità meccanica, a scapito del pedone. Ora invece abbiamo potuto darle maggior equilibrio e adesso il termine “piazza” è più consono agli spazi che calpestiamo. Ho cercato di valorizzare l’architettura di questa piazza, quindi ho utilizzato la trachite euganea perché a livello cromatico è molto rispettosa degli edifici circostanti. Ho anche potuto rispettare e sfruttare dei segni grafici dati proprio dagli edifici, in modo da dare un’omogeneità al complesso. Ho valutato la storia e le presenze architettoniche e mi sono fatto suggerire proprio da loro”.

Rasera ha ricordato che si è trattato di un intervento di rigenerazione urbana ma non solo: “Questa piazza porta il nome di una famiglia storica importante che ha lasciato traccia nei secoli, perciò valorizzare questo luogo ha anche una valenza culturale non indifferente“.

Anche il consigliere regionale Alberto Villanova ha portato i suoi saluti e ringraziamenti: “Questo è stato l’investimento concreto nel nostro futuro: la gente, la storia e le tradizioni sono il principio cardine del nostro futuro. Tutti gli interventi come questo sono dei piccoli passi che ci portano verso la meta, cioè alzare l’asticella dell’offerta, mostrando i nostri paesi sempre più belli e accoglienti, così com’è ora la nostra piazza”.

A coronare l’inaugurazione c’è stato il sorvolo degli aerei storici della collezione Jonathan che con la loro scia tricolore hanno fatto un “inchino” alla nuova piazza, gremita di cittadini e rappresentanti di associazioni, alpini, imprenditori e amministrazioni.

A seguire, come ultimo momento cruciale, c’è stato il taglio del nastro, che ha dato il via poi a un banchetto nella corte di Borgo Stolfi aperto a tutti per concludere i festeggiamenti in allegria e senso di comunità.

(Ha collaborato Beatrice Zabotti. Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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