Unesco, le prospettive delle colline di Conegliano e Valdobbiadene: siglato ieri il disciplinare urbanistico

Quella ieri, domenica 20 ottobre 2019 per il neonato territorio Unesco delle colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene è stato il giorno della presa di coscienza, del cominciare a sentirsi Patrimonio dell’umanità.

Tutte le forze in campo, da quelle istituzionali e produttive ai privati cittadini hanno deciso di unire le forze per valorizzare e salvaguardare un territorio che il mondo ci invidia.

“Le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: prospettive per il territorio” è il titolo del convegno tenutosi ieri mattina al cinema teatro Careni di Pieve di Soligo, con la regia della Regione Veneto e dell’associazione temporanea di scopo (Ats), che hanno chiamato a raccolta sindaci, amministratori, produttori e cittadini dei 29 Comuni dell’area coinvolta nel sito Unesco allo scopo di riflettere sulle opportunità e sulle responsabilità di essere diventati l’ottavo sito Unesco del Veneto.

“In attesa di partire con il piano di gestione – ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – è stata l’occasione per fare il punto della situazione, ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per questo ambito traguardo, che vede le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene inserite nella lista dei Patrimoni dell’umanità, e dare avvio ad un nuovo percorso identitario sotto l’egida dell’Unesco”.

Dopo i saluti del sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan e dei sindaci di Conegliano Fabio Chies e di Valdobbiadene Luciano Fregonese, il giornalista Luciano Ferraro, capo redattore del Corriere della Sera, ha condotto il convegno introducendo i diversi relatori.

Il primo intervento è stato di Franco Bernabè, presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco che ha ripercorso le tappe che hanno portato al riconoscimento a livello istituzionale, evidenziando la grande responsabilità che spetta al territorio nel conciliare la promozione e valorizzazione assicurandolo con la tutela e la salvaguardia.

È stata poi la volta di Innocente Nardi, presidente dell’Ats, che ha ricordato come il territorio di Conegliano Valdobbiadene ha creato un modello di sviluppo legato alla viticoltura: “La nostra comunità ha dimostrato di trovare soluzioni geniali a partire dalla costituzione della prima Scuola enologica d’Italia nel 1876, fino alla creazione del Consorzio di Tutela nel 1962 per la promozione e la difesa del Prosecco con l’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata, esattamente 50 anni fa”.

“In questo percorso di successi – ha proseguito il presidente Nardi – si inserisce la candidatura Unesco, partita dal basso, fortemente voluta dal territorio, in particolare dai produttori, dagli operatori del settore, dal mondo accademico. L’obiettivo era valorizzare il nostro patrimonio culturale e paesaggistico evidenziandone gli elementi distintivi che a chi vive qui sembrano scontati, ma al di fuori del territorio se ne riconosce l’unicità. La prova di questo sono i turisti italiani e stranieri che rimangono affascinati e stupiti da tanta inaspettata bellezza”.

Pia Pietrangeli, segretariato generale dell’ufficio Unesco del Ministero per i beni e le attività culturali e Luca Gangheri funzionario del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, hanno illustrato l’operato dei ministeri competenti nel percorso di candidatura, a dimostrazione dell’efficienza di un sistema che lavora per la valorizzazione delle eccellenze italiane.

A questi è seguito il contributo di Roberto Cerrato, direttore dell’associazione per il Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Unesco, che ha portato l’esperienza vissuta da un altro territorio vitivinicolo insignito del riconoscimento Unesco nel 2014.

Amerigo Restucci, coordinatore del comitato scientifico del sito Unesco e Mauro Agnoletti, coordinatore del dossier di candidatura del sito hanno illustrato dal punto di vista tecnico i momenti salienti e gli elementi che portato alla compilazione del dossier finale per la presentazione della candidatura vincente.

Vincenzo Tinè, soprintendente per l’archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, ha infine evidenziato l’importanza della valorizzazione del patrimonio artistico-culturale sia nel percorso di candidatura che, ora, nella promozione turistica del sito, anche in un territorio in prevalenza caratterizzato da viticoltura.

Con il suo intervento il governatore veneto Zaia, ha voluto ringraziare e spronare il territorio, evidenziando “un grande lavoro, ma anche grandi soddisfazioni, perché stiamo parlando dell’unico paesaggio vitivinicolo tutelato dall’Unesco”.

Ha tenuto inoltre a precisare che il tema fondamentale da affrontare ora è l’urbanistica e lo sviluppo armonico del territorio: “Penso che l’iscrizione Unesco possa essere una grande opportunità anche per riqualificare l’intero territorio rurale.”

“La mia idea – ha proseguito Zaia – è sempre stata quella di non autorizzare nuove costruzioni per l’ospitalità turistica, ma di valorizzare quanto già esiste. La vera sfida urbanistica sarà catalogare i piccoli immobili rurali presenti e permettere ai loro proprietari di riqualificarli con destinazione turistica. Ricordo che il turismo sarà una delle sfide future, sia sul fronte della sostenibilità e sia della gestione dei flussi”

Il presidente dell’Ats Nardi nel suo discorso ha ribadito inoltre: “Il riconoscimento Unesco è motivo di orgoglio non solo del territorio ma italiano. Un riconoscimento per il paesaggio come espressione culturale di una comunità. Un’ulteriore opportunità questa per i cittadini del territorio di dimostrare la capacità di fare squadra e lavorare per un unico obiettivo: le colline di Conegliano Valdobbiadene dovranno diventare il salotto culturale di un fenomeno che si chiama Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”.

Ha chiuso quindi il convegno il presidente della Regione che ha invitato alla firma dell’intesa per il nuovo disciplinare urbanistico tra la Regione e i 29 sindaci dei Comuni dell’intera area interessata e ha consegnato la targa Unesco ai 15 sindaci della “core” e della “buffer zone”.

(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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