Chi non voleva vaccinare i propri figli non cambierà idea. La legge Lorenzin, stime alla mano, ha convinto gli indecisi. La regola vale per il distretto di Pieve di Soligo, ma – c’è da giurare – non solo. A parlare sono le stime relative alla popolazione della vecchia Ulss 7. Nel frattempo il tempo è ormai scaduto: sabato 10 marzo scatterà il termine per correre ai ripari, pena l’esclusione dalla frequenza scolastica per i bambini delle materne o degli asili nido ed il pagamento di multe salate, dai 100 ai 500 euro, per i genitori degli alunni iscritti alla scuola dell’obbligo.
Tirando le somme, i numeri nel distretto pievigino confermano un aumento delle vaccinazioni (obbligatorie) in età pediatrica. Su circa 7 mila bambini delle coorti di nascita tra il 2012 ed il 2015, infatti, per un ciclo completo di vaccino esavalente (difterite, tetano, pertosse, polio, Hib, epatite B), si è passati da una copertura intorno al 93,4% in epoca pre legge Lorenzin, al 94,5% di inizio febbraio. “Il provvedimento, effettivamente, è servito per recuperare qualche punto percentuale”, conferma Ester Chermaz (nella foto), del Dipartimento Prevenzione dell’Ulss 2.
Numeri che salgono ulteriormente se riferiti alla copertura del siero MPR (morbillo, parotite, rosolia), cresciuti di due punti e mezzo dallo scorso giugno, attestandosi ora al 93%. “E’ un grande risultato – commenta Chermaz – Analizzando i dati a livello regionale, l’aumento può essere motivato dal fatto che a livello nazionale si siano registrati diversi casi di morbillo, portando la gente a vaccinare i propri bambini”.
Ma la soglia del 95%, quella della cosiddetta immunità di gregge, non è ancora stata raggiunta…
Negli anni dal 2007 al 2010, le coperture si attestavano intorno al 97%, ma dal 2011 abbiamo notato un calo. I dati peggiori risalgono al 2012-2013, dopodiché sono tornati a crescere. C’è una cosa che ha influito: certi genitori hanno posticipato alcune somministrazioni. Il che significa che la copertura vaccinale, per quanto riguarda il ciclo completo di vaccino esavalente, ad esempio, viene raggiunta più tardi.
Qual è la situazione per quanto riguarda gli alunni iscritti alle scuole dell’obbligo?
Per quanto riguarda le coorti previste dalla legge Lorenzin, parliamo di circa 30 mila nati tra il primo gennaio 2001 ed il 31 dicembre 2016. Complessivamente, le coperture si attestano al 96,5% per il tetano, al 96% per la polio ed al 95% per l’epatite B. La parte di “inadempienti” totali sappiamo essere intorno al 3-4%. Al momento stiamo lavorando con i genitori che ad inizio anno scolastico hanno presentato l’autocertificazione, dimostrandosi indecisi, ma non fortemente contrari alle vaccinazioni. Di questi una buona parte li abbiamo recuperati.
Quanti sono i genitori che dopo aver richiesto un colloquio si sono effettivamente presentati all’appuntamento?
Al momento la raccolta dei dati non è ancora terminata, quindi possiamo parlare solamente di stime. Abbiamo ricevuto circa 600-650 richieste di colloquio, a cui abbiamo risposto con altrettante raccomandate con la data dell’appuntamento. Agli incontri si sono presentati in circa 150-200… Alcuni genitori hanno prenotato il colloquio con nessuna intenzione di venire, solamente per ottenere il certificato che consentisse ai figli di frequentare.
Cosa succederà ai bambini che non saranno in regola entro il 10 marzo?
Al momento di deciso non c’è nulla, o meglio: non abbiamo ancora la certezza di poter restituire i dati alle scuole. Secondo il garante della privacy, infatti, non possiamo farlo perché si tratta dati sensibili. La coda è ancora sospesa, siamo in attesa di indicazioni a livello nazionale prese di comune accordo dal ministero della Salute e dal ministero dell’Istruzione. Per quanto mi riguarda, se un bambino ha cominciato seriamente un recupero vaccinale, magari anche con un calendario personalizzato o non avendo completato il ciclo delle somministrazioni, è sulla buona strada.
Il vostro lavoro è stato notevole in questi mesi…
Il surplus di lavoro è stato inimmaginabile. Qualche genitore ha chiesto anche due o tre volte l’appuntamento per il colloquio, continuando a spostarlo. Non possiamo correre dietro a queste persone, serve un minimo di serietà: se la richiesta di appuntamento serve solo per procrastinare la sospensione della frequenza scolastica è tempo perso. In questi mesi abbiamo lavorato molto, a volte un po’ a vuoto, e i risultati che abbiamo ottenuto li abbiamo raggiunti con fatica. Noi medici del servizio Igiene Pubblica abbiamo condotto parecchi colloqui e mai in maniera frettolosa. Se per ipotesi consideramo di aver ricevuto 200 genitori, moltiplicato per almeno un ora a testa di colloquio, si capisce bene l’impegno profuso. Più di così non si può fare.
Al di là dei numeri, qual è il livello di prevenzione del nostro territorio ?
La maggiore copertura raggiunta è una ragionevole conseguenza. Il problema è che, di principio, chi era contrario ai vaccini prima della loro obbligatorietà ora lo è ancora di più. Queste persone non le convinceremo mai. La legge è servita a recuperare gli indecisi, e comunque ben venga. E’ importante che la gente ragioni con la propria testa: vaccinare i figli non dev’essere un atto di fede, bensì una scelta ponderata. Una scelta a cui arrivare partendo da alcuni spunti di riflessione, che sono quelli che abbiamo cercato di fornire in questi mesi durante i colloqui.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: Ulss2 e Freepik).
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