Arte trafugata, arte restituita: Regoli racconta Consalvi e Canova

Possagno diventa teatro di una storia straordinaria, dove arte e diplomazia si intrecciano. Nella prestigiosa cornice del Museo Gypsotheca, Roberto Regoli, esperto di storia della Chiesa e professore ordinario alla Pontificia Università Gregoriana, ha presentato il suo volume “Ercole Consalvi. Memorie”.

Ercole Consalvi fu una figura centrale nella storia del Papato durante uno dei periodi più tumultuosi della storia europea. Segretario di Stato di Papa Pio VII, il cardinale si trovò a gestire le conseguenze della Rivoluzione francese e dell’ascesa di Napoleone.

“Le sue memorie ci restituiscono il ritratto di un uomo che non solo negoziava con le grandi potenze, ma vedeva nella cultura un ponte per il dialogo – ha spiegato Regoli –. Consalvi fu un diplomatico moderno: il rigore intellettuale e il pragmatismo politico che lo guidavano furono decisivi per ristabilire l’autonomia della Chiesa in un’epoca di profondi sconvolgimenti”.

Tra i temi più affascinanti emersi durante l’evento, spicca il legame tra Consalvi e Antonio Canova: nati entrambi nel 1757 e scomparsi a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, furono uniti da un rapporto di profonda stima e affetto. Le lettere scambiate tra i due non si limitano a questioni istituzionali, ma riflettono un dialogo umano e culturale sulle sfide del loro tempo.

Questa sintonia si tradusse in una collaborazione diplomatica unica: Consalvi e Canova furono protagonisti di una delle imprese più ardue del periodo post-napoleonico, la restituzione delle opere d’arte trafugate durante le spoliazioni francesi.

“Il cardinale e lo scultore lavorarono fianco a fianco per stilare le liste delle opere da recuperare – ha sottolineato Regoli –. Dietro apparenti dettagli tecnici, come la catalogazione e tutela delle opere, si celavano imprescindibili esigenze diplomatiche. Il risultato fu un’operazione senza precedenti”.

Consalvi ebbe l’intuizione rivoluzionaria di affidare a un artista, anziché a un politico, l’ardua missione. Canova, giunto a Parigi, si trovò di fronte a un governo ostinatamente contrario alla restituzione, nonostante il ritorno dell’Ancien Régime. Tuttavia, grazie al supporto diplomatico del cardinale e alla collaborazione di Klemens von Metternich, Canova riuscì a sbloccare la situazione. Scortato dai soldati austriaci, poté accedere al Louvre per identificare, imballare e avviare il ritorno di centinaia di capolavori, tra cui i celebri Cavalli di San Marco.

L’operazione, frutto di un delicato compromesso per evitare di umiliare la Francia, segnò non solo un recupero materiale ma anche un passaggio fondamentale verso una nuova sensibilità per la tutela del patrimonio culturale.

Nelle conclusioni, Regoli ha evidenziato come questa impresa rappresenti un’eredità culturale e morale: un esempio di come arte e diplomazia possano collaborare. Questa lezione, nata in un periodo di profondi sconvolgimenti politici, risuona con forza anche oggi, in tempi di crisi per la diplomazia internazionale.

(Autore: redazione di Qdpnews.it)
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