A partire da dopodomani domenica 1° dicembre, il pubblico potrà nuovamente ammirare una delle realtà museali più affascinanti d’Italia: riaprirà infatti l’Ala Ottocentesca del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, che torna ad accogliere i visitatori nella sua completezza dopo 7 anni. In questo periodo, diverse opere sono state temporaneamente spostate per consentire le operazioni di conservazione, ma ora l’intero patrimonio del più grande scultore del periodo neoclassico, Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822), torna a essere esposto in tutto il suo splendore.
L’ultimo di questi interventi, promosso dal Comune di Possagno, in collaborazione con il Museo e finanziato dal Fondo Cultura istituito dal Ministero della Cultura, ha reso necessaria la chiusura di una parte della Gypsotheca per consentire il consolidamento strutturale e il miglioramento sismico della seconda e la terza campata dell’Ala Ottocentesca, struttura realizzata su progetto dell’architetto Francesco Lazzari fra il 1831 e il 1836.
Contemporaneamente, l’Ala Ottocentesca è stata dotata di un nuovo e completo riallestimento illuminotecnico che farà apprezzare appieno la bellezza dei modelli originali in gesso, tradotti in marmo da Canova e oggi presenti nei più prestigiosi musei del mondo.In questi anni è stato inoltre possibile completare il progetto di digitalizzazione del complesso architettonico canoviano, grazie alla combinazione e integrazione di metodi e tecnologie innovative. Questo ha permesso la riproduzione immateriale dell’intero patrimonio artistico possagnese, arricchendo così l’offerta del Museo con un nuovo virtual tour a disposizione del pubblico.
Il complesso museale, restituito ora nella sua interezza, è composto dalla Casa natale (dove sono custodite le opere pittoriche, i disegni, le incisioni e gli effetti personali dell’artista), dalla Gypsotheca più grande d’Europa, collocata nell’originale basilica e nell’ampliamento progettato da Carlo Scarpa, dall’Ala Gemin, dalla biblioteca, dal giardino e dal parco.
“Canova – afferma il sindaco Valerio Favero – ha voluto lasciare un immenso tesoro ai suoi concittadini, ai Possagnesi, a testimonianza del profondo legame che esisteva, e ancora esiste, tra il maestro e il suo paese natale. Un sentimento indissolubile, che riempie di orgoglio ognuno di noi. Esso ci impone tuttavia la responsabilità di tramandare e conservare l’enorme eredità ricevuta. Per questo, come Amministrazione, abbiamo fortemente voluto e sostenuto tale intervento, che va a completare quanto già realizzato nel 2018 nell’atrio e nella prima campata dell’Ala Lazzari, e che finalmente ce la restituisce ora, completamente sicura dal punto di vista sismico a tutela delle opere e delle migliaia di visitatori che ogni anno scelgono di immergersi nella bellezza dell’arte canoviana custodita nel nostro museo. Un piccolo gesto tangibile di riconoscenza, da parte della comunità di Possagno, nei confronti di chi le ha dato tanto”.
“Dopo 7 anni – prosegue Valerio Favero – avremo il privilegio di poter rivedere l’intera ala monumentale tornare al suo splendore, e sono sicuro che, come ogni volta che ci si entra, farà mancare il fato, tanta è la Bellezza e tanti sono i capolavori in essa custoditi.” “E’ un grande piacere – dichiara Massimo Zanetti, presidente della Fondazione Canova Onlus – presentare la riapertura della Galleria ottocentesca come nuovo presidente della Fondazione. Sono convinto che i lavori del nostro grande Maestro avranno nuovo smalto per accogliere i tanti estimatori della sua opera”.
“La riapertura dell’Ala Ottocentesca della Gypsotheca rappresenta un evento di grande rilievo, non solo per il Museo Canova, ma per l’intero panorama culturale italiano – afferma Moira Mascotto, direttrice del Museo -. Dopo 7 anni, il pubblico potrà finalmente tornare a contemplare il percorso espositivo nella sua completezza, arricchito dalla ricollocazione dei bassorilievi nella loro sede originaria, da cui erano stati rimossi in occasione del restauro del 2018. Questo intervento è emblematico dell’impegno della nostra Istituzione nella conservazione e valorizzazione dell’arte neoclassica, restituendo alla collettività un patrimonio di inestimabile valore. L’inaugurazione segna una tappa significativa nel nostro costante percorso di tutela e promozione dell’immortale eredità di Canova”.
Da segnalare che in tutto questo periodo, comunque, la continuità di fruizione è stata garantita dagli altri due elementi fondanti del museo di Possagno, ovvero la Casa natale Canova e dall’Ala Scarpa, dal nome del suo progettista Carlo Scarpa, nella quale l’architetto veneziano ha dato risalto ai bozzetti in argilla e ha disposto scenograficamente le opere d’arte, illuminate da una luce naturale che mette in risalto i bianchi gessi canoviani.
Ora, con la riapertura dell’Ala Ottocentesca, il pubblico potrà nuovamente ammirare alcuni capolavori in gesso, come Napoleone come Marte Pacificatore (1806); l’imponente ed eroica statua alta oltre 3 metri raffigura Napoleone Bonaparte nelle vesti del dio greco mentre regge, con la mano sinistra, una lancia e, con la destra, il globo terrestre sormontato dalla dea Nike, personificazione della vittoria alata. L’intenzione di Canova era quello di idealizzare Napoleone come Marte pacificatore. Oppure Ercole e Lica (1795-1796), prima delle statue colossali tra quelle eseguite da Canova, il cui marmo è esposto alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, in cui tutti i muscoli dei protagonisti sono definiti nella più viva tensione, il volto disperato dell’ingenuo Lica dalla cui bocca sembra diffondersi l’urlo di dolore e la mano aggressiva di Ercole che afferra i capelli del giovane traduce la forsennata aggressività e la ferocia dell’eroe.
Tra gli altri capolavori del Museo si segnalano Le Grazie (1813), commissionato da Giuseppina Beauharnais, ora all’Ermitage di San Pietroburgo, e in replica da John Russel, VI Duca di Bedford, e diventato patrimonio condiviso del Victoria & Albert Museum di Londra e delle National Galleries of Scotland di Edimburgo, Amore e Psiche (1800), tra le opere più celebri della collezione, scelta spesso come emblema dell’amore, che rappresenta la contrastata e passionevole storia tra il dio Amore e la mortale Psiche, nel momento in cui si riuniscono dopo che lei ha affrontato le difficili prove inflittegli dalla dea Venere.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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