Francesco Agosta e Irene, la sua fidanzata, avevano trovato quell’appartamento a Crespano dopo una lunga ricerca: luminoso, adiacente ai servizi, adatto a una famiglia. Avevano deciso di arredarlo a proprio gusto, ispirandosi alla condivisa passione per l’etnico.
Da sempre viaggiare era alla base dei loro desideri, avrebbero voluto visitare l’India ed erano già stati due volte in Marocco, ma quando tornavano a casa, sedendosi sul divano e contemplando il nuovo salotto, cominciavano inevitabilmente a pensare che stare lì, in quella casa, assieme era bellissimo.
Poi, dopo soli tre mesi, quando già Francesco si era abituato a guardare le vette all’orizzonte e poi raggiungerle di corsa, quando la coppia aveva già comprato un gatto e fantasticato sul farsi una famiglia, Irene riceve la notizia. Francesco è mancato per un arresto cardiaco ieri sera a Possagno, in via Mulinetto, uno scompenso che – secondo il medico con cui ha parlato la famiglia – capita ad alcuni sportivi e che, nonostante il prolungato intervento del Suem, non gli ha lasciato scampo.
Oggi Irene lo piange nel suo appartamento in compagnia della mamma e di alcuni cari, uno dei quali – Fabio – era il suo migliore amico da dieci anni. Ci racconta di Francesco alternando il sorriso alle lacrime, nel ricordare i bei momenti passati assieme a lui: “All’inizio avevo 18 anni e lui 29. A quell’età ti fai anche delle domande – racconta lei, che lo ha conosciuto a Bassano del Grappa in una serata con la sua compagnia -. Probabilmente lui avrà pensato che fossi solo una ragazzina e che volevo divertirmi prima di impegnarmi in una relazione seria. E invece ci siamo innamorati dal primo momento in cui siamo conosciuti e, da lì in poi, più passava il tempo più ci rendevamo conto che era vero il sentimento che provavamo”.
Compiuti i 36 anni, Francesco aveva cominciato a pensare seriamente a metter su famiglia: lavorava come operaio in un’azienda in zona Valstagna e sperava di ottenere da lì a breve il contratto a tempo indeterminato.
Francesco era originario di Taranto: sua madre, giovanissima, l’aveva portato via dalla città assieme alla sorella più grande quando era piccolino, per dare loro un futuro migliore, e lui le era sempre stato grato per questo. “Diceva sempre che se fosse rimasto laggiù sarebbe finito in brutti giri e non finiva mai di dire che il gesto di sua madre era stata una cosa immensa – racconta la fidanzata. – Era felice di essere qui, prima a Bassano, poi a Crespano. Era un ragazzo incredibile, buono, con lui non ci si annoiava mai. Era anche un super sportivo: prima dei vent’anni aveva raggiunto quasi 140 chili, così gli si diceva sempre che aveva un fisico abituato a portare peso e che col giusto allenamento sarebbe diventato imbattibile. Qualche giorno fa sul divano mi aveva detto di percepire qualche palpitazione anomala, ma niente di allarmante”.
Anche il padre di Francesco, raggiunta l’età pensionabile, aveva deciso da soli tre giorni di venire a vivere nell’area della Valstagna per vedere più spesso i propri figli.
“Tutto era lì per dire: siamo pronti, possiamo essere felici. E invece adesso devo ricominciare tutto da capo, da sola, senza una motivazione, senza uno scopo – ci dice Irene -. Anche questa casa mi sembra bellissima, un sogno. Vederla così mi fa pensare che sia forse troppo bella, come in una punizione: se sei troppo felice, la sorte arriva e ti dà una mazzata”. Un tempismo dispettoso ha reso ancora più velenosa la notizia della scomparsa di Francesco, ma non ha spento la traccia di una storia d’amore profonda, che vale la pena ricordare anche al netto del suo triste e prematuro epilogo.
(Foto: Facebook).
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