La mostra degli “Artisti di Casa Canova”, ovvero Riccardo Cunial, Pierfrancesco e Mary Vardanega, è un altro esempio di come i cittadini possagnesi sentano vicina l’occasione del bicentenario dalla morte dell’artista: i tre pittori (ma non solo pittori) hanno esposto per la prima volta dopo diversi anni le loro opere a Possagno, non lontano dal Tempio, nel salone sottostante la scuola A. Fantina.
“Noi Artisti di Casa Canova intendiamo rendere omaggio ed esprimere la nostra gratitudine al grande artista possagnese, per le opere che amorevolmente ha lasciato in custodia al nostro paese e per l’educazione e la sensibilità verso l’arte e il bello che quelle opere continuano a trasmettere” spiegano in una nota.


Il bicentenario della morte di Antonio Canova ha mosso un po’ tutti, e siamo contenti di vedere come questo amore per il nostro illustre concittadino abbia suscitato in tante persone la voglia di far conoscere la propria vena artistica – spiega la vicesindaco Maura Baron, che ha seguito il progetto, sostenuto con un contributo comunale – Quello che traspare dai loro lavori è l’amore per il proprio territorio e per il Canova. Quello di cui abbiamo bisogno e non dovremmo mai stancarci è la bellezza della cultura”.
“Sono tre artisti che hanno avuto carriere e formazioni molto diverse tra loro – spiega la direttrice del Museo Gypsotheca Canova Moira Mascotto, che ha esaminato le opere presenti – ognuno esprime una poetica molto personale, ma in occasione di questa mostra hanno voluto tutti omaggiare Canova, considerando alcuni aspetti della sua maestria”.
“Mary Vardanega ha raffigurato in alcune delle sue opere dei soggetti canoviani, rafforzando il collegamento con l’artista anche attraverso l’utilizzo di passaggi in argilla e in terracotta, riprendendo una tradizione che è stata particolarmente calcata da Canova e che rispecchia la natura delle attività fornaciaie di questo territorio” spiega la dottoressa Mascotto.


“Riccardo Cunial ha focalizzato l’attenzione in particolare su Dedalo e Icaro, opera importantissima per il Canova perché è stata quella che gli ha consentito il suo primo viaggio a Roma – continua la direttrice – Ha realizzato anche il ritratto di un bambino con il nonno, un racconto autobiografico, che contiene una riflessione anche sul mondo dell’istruzione oggi.


“Pierfrancesco Vardanega, invece, ha omaggiato l’artista attraverso varie opere, passando dall’incisione alla scultura, fino ai dipinti con acrilico. C’è un’opera che a mio avviso è molto significativa: l’omaggio alla Paolina Borghese, ritratta come la Venere Vincitrice. Ha usato un linguaggio che si figura in ogni sua parte e che rispetta la volontà del Canova, che voleva fosse fruita a 360 gradi”.


Non è un’opera meno prestigiosa, anche se evoluto grazie a tutta un’altra forma d’espressione, “La Canoviana, un dolce creato da Eros Perisello dell’Osteria Roer e dai suoi collaboratori, che rappresenta l’incontro tra la tradizionale pinza e la fugassa. Presentata il 6 agosto, è già stata apprezzata da molti turisti e persone del luogo.
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