Grande partecipazione alla “Festa degli Omeni” di Possagno di domenica 2 agosto: dalle sei del mattino, orario di apertura, fino alle quattordici, un afflusso ininterrotto di persone ha festeggiato questa importante tradizione nei gazebi di fronte alla storica osteria.
Tra quelle messe in cantiere nella Pedemontana, la possagnese “Festa dei Omeni” è sicuramente la più longeva: da ben 54 anni, infatti, la data del due agosto rimane un appuntamento importante per gli uomini della città del Canova, a cui si uniscono anche molti clienti che giungono dai paesi circostanti.
L’emergenza Covid-19 sembrava dovesse essere da ostacolo all’organizzazione del tradizionale appuntamento. Il legame con questa festa ha fatto sì che invece venisse realizzata, tenendo ovviamente conto delle norme vigenti in materia di coronavirus.
La festa, partita da Nico Fantuzzo e alla quale non manca mai il figlio Stefano, è stata messa in campo col presidente del Comitato Paolo Zatta, coadiuvato dal prezioso supporto logistico della Pro loco. L’iniziativa ha tra l’altro uno scopo benefico: il ricavato viene interamente devoluto alla scuola materna di Possagno.
Da anni questo appuntamento viene celebrato seguendo le semplici tradizioni culinarie: ovi al tegamino e pancetta sono accompagnati dall’ottimo formaggio di malga, e il tutto è innaffiato dal beneaugurante vino bianco.
Le origini della festa sono alquanto incerte: si dice che questo appuntamento risalga ancora ai tempi del dominio napoleonico nel Nord Italia. I calzoni attillatissimi indossati da soldati e ufficiali francesi lasciavano intravedere le forme degli attributi maschili, che, come da regolamento, nell’esercito dovevano essere sistemati a sinistra.
La scelta del mese di agosto calzerebbe a pennello: il numero 8 rovesciato ricorderebbe proprio gli attributi maschili. In ogni caso, qualunque siano le origini di questa festa, a Possagno oltre a questa del 2 di agosto si festeggia anche nella data a “rovescio”, l’otto di febbraio, aperta anche al gentil sesso.
A pochi chilometri, successo anche a Pederobba: oltre cinquecento le uova consumate, svariati chili di pancetta e un’ottima pastasciutta finale.
La tradizionale festa è stata organizzata dagli Alpini presso il parco delle Opere Pie. Il gruppo locale delle Penne Nere si è fatto promotore di questa festa dopo la morte di Gianni Carlo, il compianto gestore dell’ex “Bar alla Terrazza”.
Sempre in questa data, era in programma la “Festa della Fameja Alpina” sul Monfenera. Cancellata per l’emergenza sanitaria, è stata limitata alla sola funzione religiosa presso il Cippo del monte, in ricordo dei caduti del primo conflitto mondiale. È stata rinviata a causa del maltempo e celebrata nella chiesa parrocchiale, con la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento al suo interno.
(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: Comitato di Possagno).
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